martedì 5 maggio 2009

PINO MANIACI - Aumentano i rischi per la sua incolumità

piena e sincera solidarietà all'amico pino maniaci da parte nostra .il coordinamento

Lo storico conduttore e animatore di TeleJato di Partinico (Pa) è già stato assolto per lo stesso reato. E anche se questa volta l’ordine di giornalisti della Sicilia si sarebbe costituito parte civile a sorpresa (in contrasto con i vertici nazionali), Maniaci non sembra essere preoccupato. Anche perché di preoccupazione ne ha ben altre, di ben più gravi. Dopo l’aggressione fisica di un anno e mezzo fa e numerosi attentati intimidatori e minacce di vario genere, la situazione della sua sicurezza si sarebbe aggravata. Non è tanto lui a raccontarlo, quanto voci informate interne alle forze dell’ordine che, allarmate dall’aggravarsi delle minacce mafiose nei confronti di Pino, hanno lanciato l’allarme.

Cerchiamo di ricostruire quanto starebbe avvenendo. Il primo personaggio ha un nome, Francesco Briguglio, detto “30 grammi”, uomo di spicco del clan Lo Piccolo arrestato nel luglio 2008 e che da gennaio 2009 ha iniziato a collaborare con la giustizia. Da qualche tempo si sapeva che le minacce verso Maniaci provenivano non tanto dal territorio di Partinico e Borgetto quanto da quello di Cinisi. A quanto emerge dalle “voci” che abbiamo raccolto l’ordine di azzittire Pino e TeleJato sarebbe venuto proprio da Briguglio. Non si sa esattamente se Briguglio sia stato intercettato o se qualche altro dichiarante abbia riferito frasi e circostanze alle forze dell’ordine, l’unica certezza è che queste voci circolano da qualche settimana insistentemente e che la provenienza delle indiscrezioni è proprio quella degli ambiti investigativi.
La seconda circostanza è ancora più inquietante. Pino Maniaci, uscendo a notte fonda dalla sua emittente, ha notato una macchina scura che lo pedinava fino a casa. Questo “pedinamento” si è ripetuto più volte allarmando il conduttore di TeleJato che, alla fine, a metà aprile ha deciso di segnalarlo sia ai Carabinieri, titolari della sua protezione, che alla polizia di Stato. Successivamente la polizia avrebbe eseguito un’indagine sulla persona titolare dell’auto in questione, trovandola in possesso di un porto d’armi e di una pistola. L’arma sarebbe stata sequestrata e il porto d’armi sospeso per alcuni accertamenti su presunte irregolarità. Che un uomo in possesso di una pistola, che sarebbe anche risultato parente di un a latitante, seguisse per più notti consecutive Maniaci è grave, anche perché la tutela (non la scorta che non è mai stata avviata nei fatti) alla quale è sottoposto non sarebbe in grado di proteggerlo da un’aggressione. E quindi evidente, se davvero il quadro della sicurezza di Maniaci corrisponde a queste “voci”, che magistratura e forze dell’ordine dovranno affrontare, con urgenza, un ridisegno della sicurezza di Maniaci stesso.

Tratto dal quotidiano Terra in edicola martedì 5 maggio 2009: terranews.it

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