mercoledì 24 marzo 2010

CENTINAIA DI PRECARI DELLA SCUOLA HANNO ASSEDIATO IL PROVVEDITORATO DI MODENA



I precari di Modena chiedono il
blocco degli scrutini
e la lotta ad oltranza contro
i tagli alla Scuola


Centinaia di precari della Scuola oggi pomeriggio hanno assediato il Provveditorato di Modena. Dopo aver chiesto un incontro col provveditore Malaguti - che si è fatto sentire solo al telefono, negandosi all'incontro (accampando altri impegni), nonostante i precari fossero disposti ad aspettarlo ad oltranza - i precari hanno prima contestato il provveditore con slogan e fischi e sono poi entrati nel provveditorato insieme agli studenti e hanno appeso uno striscione alle finestre con la scritta: No ai tagli alla scuola, sì al ritiro della legge 133.
Successivamente hanno fatto un corteo nelle vie limitrofe al provveditorato bloccando il traffico e lanciando slogan contro Gelmini e Brunetta. I precari hanno anche contestato le direzioni dei sindacati concertativi che si rifiutano di indire il blocco degli scrutini.

I precari hanno concluso la manifestazione dandosi appuntamento per mercoledì 24 marzo alle ore 18 in via Carteria 49 per un'assemblea provinciale in cui decidere le prossime scadenze di lotta.

Coordinamento Precari della Scuola di Modena

precariscuolamo@gmail.com

lunedì 22 marzo 2010

Pubblicazione "I Padrini del Ponte"





Pubblicazione "I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina"


Gentilissima/o


Dal prossimo mese di aprile sarà in libreria il mio lavoro “I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina” (Edizioni Alegre, Roma, costo 14 euro).

Il libro, sulla base di una documentazione che privilegia le fonti giudiziarie, fornisce una sistematizzazione di innumerevoli denunce e indagini sugli interessi criminali che ruotano attorno alla costruzione del Ponte sullo Stretto.

La prefazione è stata curata da Umberto Santino del Centro Siciliano di Documentazione Antimafia “Giuseppe Impastato”.

Spero che tu possa leggere il volume e promuoverlo tra amici, conoscenti, testate giornalistiche, ecc., per garantire la maggiore visibilità ai suoi contenuti.

Ti ringrazio tantissimo per l’attenzione e scusa per l’ “intrusione”.


Antonio Mazzeo


Dall’Introduzione de “I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina”


Speculatori locali o d’oltreoceano; faccendieri di tutte le latitudini; piccoli, medi e grandi trafficanti; sovrani o aspiranti tali; amanti incalliti del gioco d’azzardo; accumulatori e dilapidatori di insperate fortune; frammassoni e cavalieri d’ogni ordine e grado; conservatori, liberali e finanche ex comunisti; banchieri, ingegneri ed editori; traghettatori di anime e costruttori di nefandezze. I portavoce del progresso, i signori dell’acciaio e del cemento, mantengono intatta la loro furia devastatrice di territori e ambiente. Manifestazioni di protesta, indagini e processi non sono serviti a vanificarne sogni e aspirazioni di grandezza. I padrini del Ponte, i mille affari di cosche e ’ndrine, animeranno ancora gli incubi di coloro che credono sia possibile comunicare senza cementificare, vivere senza distruggere, condividere senza dividere.

Agli artefici più o meno occulti del pluridecennale piano di trasformazione territoriale, urbana, ambientale e paesaggistica dello Stretto di Messina, abbiamo dedicato questo volume che, ne siamo consapevoli, esce con eccessivo ritardo. Ricostruire le trame e gli interessi, le alleanze e le complicità dei più chiacchierati fautori della megaopera, ci è sembrato tuttavia doveroso anche perché l’oblio genera mostri e di ecomostri nello Stretto ce ne sono già abbastanza. E perché non è possibile dimenticare che in vista dei flussi finanziari promessi ad una delle aree più fragili del pianeta, si sono potuti riorganizzare segmenti strategici della borghesia mafiosa in Calabria, Sicilia e nord America. Forse perché speriamo ancora, ingenuamente, che alla fine qualcuno avvii una vera inchiesta sull’intero iter del Ponte, ricostruendo innanzitutto le trame criminali che l’opera ha alimentato. Chiarendo, inoltre, l’entità degli sprechi perpetrati dalla società Stretto di Messina. Esaminando, infine, i gravi conflitti d’interesse nelle gare d’appalto ed i condizionamenti ideologici, leciti ed illeciti, esercitati dalle due-tre famiglie che governano le opere pubbliche in Italia.

Forse il recuperare alla memoria vicende complesse, più o meno lontane, potrà contribuire a fornire ulteriori spunti di riflessione a chi è chiamato a difendere il territorio dai saccheggi ricorrenti. Forse permetterà di comprendere meglio l’identità e la forza degli avversari e scoprire, magari, che dietro certi sponsor di dissennate cattedrali nel deserto troppo spesso si nascondono mercanti d’armi e condottieri delle guerre che insanguinano il mondo. È il volto moderno del capitale. Ribellarsi non è solo giusto. È una chance di sopravvivenza.


Scheda autore

Antonio Mazzeo, militante ecopacifista ed antimilitarista, ha pubblicato alcuni saggi sui temi della pace e della militarizzazione del territorio, sulla presenza mafiosa in Sicilia e sulle lotte internazionali a difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Ha inoltre scritto numerose inchieste sull’interesse suscitato dal Ponte in Cosa Nostra, ricostruendo pure i gravi conflitti d’interesse che hanno caratterizzato l’intero iter progettuale. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa).

Porta un rotolo: presidio presso il Csa di Palermo Venerdì 26 Marzo ore 15

Il 26 marzo è l'ultimo giorno per iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado.

Quale scuola per genitori, alunni, docenti, collaboratori scolastici e personale ata ?
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE: non vogliamo che la scuola vada a rotoli

LICENZIAMENTI di MASSA
150.000 posti di lavoro in meno
migliaia di famiglie “precarie” sempre più povere
centinaia di docenti di ruolo “soprannumerari” trasferiti in altre classi di concorso
IMPOVERIMENTO dell'OFFERTA FORMATIVA e del SAPERE
eliminazione delle sperimentazioni e riduzione degli insegnamenti alle superiori
riduzione delle discipline di indirizzo e dei laboratori nei tecnici e professionali
meno tempo pieno alla scuola primaria e sempre più maestro unico
meno ore di sostegno per gli alunni disabili
classi sovraffollate e scuole non sicure
DEPOTENZIAMENTO e PRIVATIZZAZIONE della SCUOLA STATALE
introduzione dei privati nei comitati scientifici delle superiori
docenti valutati da dirigenti scolastici,famiglie ed alunni
finanziamenti massicci alle scuole private
progetto di legge Aprea

Non cooperiamo allo smantellamento della scuola pubblica subendo passivamente

PORTA UN ROTOLO
inondiamo il Csa di Palermo per rivendicare:


1. Il ritiro immediato dei tagli e delle riforme attuate nelle scuole di ogni ordine e grado

2. Il ritiro della L. 133/08

3. L’assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari

4. Una politica di investimenti per la riqualificazione della scuola pubblica

5. La riduzione del numero degli alunni per classe

6. Aumento delle ore di sostegno agli alunni diversamente abili e trasparenza nell'assegnazione delle cattedre alle quattro aree della scuola secondaria di secondo grado

7. Finanziamenti per la messa in sicurezza e la manutenzione delle scuole

8. Ritiro del salva-precari e dei contratti regionali

sabato 20 marzo 2010

PROPOSTA DOCUMENTO POLITICO SCUOLE SECONDARIE 2 GRADO



La FLC CGIL valuta i provvedimenti del Governo sulla scuola secondaria superiore come interventi finalizzati esclusivamente al taglio delle risorse attraverso una forte riduzione degli organici del personale docente e ata (più di 40.000 unità per il prossimo anno scolastico).

Ciò comporterà riduzione del tempo scuola, degli insegnamenti (circa100 nella nostra provincia) e delle attività didattiche con gravi conseguenze sulla qualità del sistema pubblico di istruzione già fortemente messo in discussione dalle politiche di taglio relative ai bilanci delle scuole. La scuola pubblica viene fortemente compromessa nei suoi aspetti di funzionalità e di garanzia di servizio di qualità in grado di assicurare a tutti migliori condizioni culturali e sociali.

Le scelte operate dall'Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia riguardanti l'attuazione del riordino delle scuole superiori hanno privato dell'autorità le amministrazioni locali, in particolare Provincia e Regione, dei compiti loro affidati in materia di programmazione dell'offerta formativa determinando impoverimento, confusione, disomogeneità e squilibri nel sistema scolastico provinciale.

A 15 giorni dal termine delle iscrizioni le famiglie degli studenti delle scuole medie brancolano nel buio e sono costretti a scegliere la scuola superiore presso cui iscrivere i propri figli in un quadro di incertezze e disinformazione.

Per questi motivi la FLC CGIL chiede all'Amministrazione Provinciale di Trapani e alla Regione Sicilia di attivare ogni iniziativa e intervento utile a riaprire il confronto per la definizione del piano scolastico provinciale, ricorrendo anche -in assenza di risposte- all'impugnativa dei provvedimenti adottati dall'USR della Sicilia.

Trapani, 15/03/10

giovedì 11 marzo 2010

Sciopero dell'ora di religione: «Nessun iscritto per protesta»



Importantissima iniziativa perchè il coinvolgimento dei genitori
cattolici ricostruisce quella naturale solidarietà fra famiglie diversamente
credenti e non credenti che il legislatore clerico-fascista
(non saprei quale altro aggettivo usare in questa circostanza)
del 1985 aveva - e i successivi ministri Berlinguer-Moratti-
Fioroni-Gelmini hanno - vergognosamente tentato di
distruggere facendo un uso politico indegno della religione cattolica a scuola,
uso peraltro sempre avvallato dalle conniventi gerarchie ecclesiastiche cattoliche.
ll mio giudizio drastico su questa questione,
autorevolmente supportato dalle considerazioni presenti nel "Rapporto UNICEF sullo
stato dell'infanzia in Italia" anno 2003 - ovviamente ignorato dai media e dalla
politica, si basa sul fatto che ritengo che
la discriminazione religiosa calata forzatamente dalla politica sui
soggetti più deboli e indifesi della società - i ns figli in eta' compresa fra 3 e 10 anni -
sia il capitolo più buio della politica politicante della storia della Repubblica.

A quando un'iniziativa simile a Pisa, laddove non sia garantito l'insegnamento
alternativo ai bimbi costretti assurdamente dalla politica ad essere "diversi" in base
alle opinioni dei loro genitori (su questioni che non li riguardano ne capiscono minimamente)?
Saluti, Gianni Mainetto

------------------------------

Didattica: Sciopero dell’ora di religione: «Nessun iscritto per protesta»
MESTRE - Una sorta di «disobbedienza » sull’ora di religione. E’ quella che annu
nciano le famiglie dei bambini che frequentano l’ora di religione, se non sarann
o trovati insegnanti per attività alternative a disposizione dei bambini che que
ll’ora non vogliono frequentarla.

I genitori cattolici si schierano dalla parte

dei laici e minacciano di non iscrivere più i loro figli all'ora di religione se
non ci sarà un progetto educativo anche per i loro compagni. La protesta inusua
le parte dal circolo didattico Tintoretto di Mestre ma sarà lanciata come propos
ta a tutti i circoli della terraferma e del centro storico il prossimo 12 marzo
(ma la data è ancora ballerina) quando terranno i figli a casa da scuola per pro
testa contro il fatto che i compagni di classe finiranno l’anno scolastico senza
un insegnante alternativo.

Alla elementari la media dei bimbi che un’ora a sett
imana non sanno che fare è del 20 per cento, alle superiori si arriva anche al 6 0 per cento. Dovrebbero esserci per tutti attività alternativa ma per la mancanza di fondi i bambini vengono distribuiti nell classi a lezione o, per i più grandi, mandati a casa o fuori scuola.

«Le adesioni sono state molte, immediate e decise — spiega Michele Testolina, pr
esidente del Consiglio di circolo della direzione didattica Japoco Tintoretto e
uno degli ideatori della protesta — abbiamo presentato la proposta durante l'ult
ima riunione e abbiamo ricevuto l'appoggio dalle famiglie cattoliche. La richies
ta verrà estesa il più possibile però anche agli altri Consigli di circolo, vorr
emmo che ci fossero adesioni in tutta la provincia e anche in tutta la regione.

La risposta dei genitori è stata chiara: i diritti degli studenti devono valere
per tutti». E mentre la protesta sembra allargarsi a macchia d'olio è nato anche
in provincia di Venezia il «Comitato genitori per l'ora di Alternativa », che h
a creato in questi giorni un osservatorio permanente sul problema per permettere
tramite mail (oradialternativa@gmail.it) a genitori e alunni di tutta la provin
cia di raccontare la situazione delle varie scuole del territorio. «Vogliamo dar
e voce a tutte le famiglie" spiega Antonio Favaretto, del Comitato veneziano, «i
n questo modo tutte le scuole della provincia saranno monitorate e le richieste
dei genitori potranno arrivare compatte alle istituzioni».

Il contenzioso del Comitato con le istituzioni è un problema aperto da tempo, ma
il malumore, in particolare nei confronti dell'Ufficio scolastico regionale è c
osa recente.

Lo scorso 23 febbraio, infatti, il Coordinamento veneto dei Comitat

i «Buona scuola», nati l'anno scorso, ha inviato all'Ufficio una lettera in cui
chiedeva di fare chiarezza su alcuni punti del bilancio: «E’ con profondo stupor
e che abbiamo scoperto, all'interno del bilancio ministeriale l'esistenza di un
fondo per le spese per l'insegnamento della religione cattolica e delle attività
alternative che ammonta quest'anno, soltanto per il veneto a più di 53 milioni
di euro». Di questi circa 2 milioni di euro sono destinati all'istruzione presco
lastica, 26 milioni per le elementari, 8 milioni per le medie e 17 milioni per l
e superiori.

«Dove sono finiti i soldi? —chiede il Comitato—finora ci è stato de

tto che non si potevano nominare docenti per le attività alternative per mancanz
a di fondi, ma questa risposta non ci convince più».

Intanto i dirigenti si arra

ngiano come possono da settembre. «Alcuni — commenta Fabio Brusò del Comitato ve
neziano — attingono dalle casse d'Istituto, altri dai contributi volontari dei g
enitori ma questo non è possibile, l'ora di attività alternativa è un diritto de
gli studenti e come tale deve essere tutelato ».

Alice D'Este Corriere Veneto

http://www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-20136.html
E' possibile commentare qui:
http://www.uaar.it/news/2010/03/09/mestre-niente-ora-alternativa-sciopero-ora-religione/

NB. Alle elementari la religione cattolica ha 2 ore la settimana, non una.
Una iniziativa simile e' stata discussa recentemente anche in una scuola di Bolo
gna.

mercoledì 10 marzo 2010

Unico dipendente senza badge.Esponila sul comodino!

SCIOPERO 12 MARZO; MANIFESTAZIONE A ROMA

DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA E IL NOSTRO POSTO DI LAVORO DALLA MANOVRA TREMONTI-GELMINI- BRUNETTA

SCIOPERIAMO VENERDI’ 12 MARZO

  • no al il decreto “ammazza precari”, assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari/e, parità di trattamento economico e normativo tra il personale a tempo determinato e indeterminato, per evitare che il poter pagare meno un docente e ata precario renda conveniente la precarietà selvaggia nella scuola;
  • Contro i tagli e l’immiserimento della scuola pubblica;
  • Per il ritiro dei tagli agli insegnanti di sostegno, come sancito da recente sentenza della Corte Costituzionale;
  • per il ritiro della “riforma” delle superiori;
  • contro il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea, la gerarchizzazione nella scuola;
  • perché l’obbligo scolastico venga innalzato e non abbassato a 15 anni;
  • per forti investimenti nella scuola pubblica;
  • per la democrazia sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di assemblea.

Manifestazione nazionale della scuola

Roma- Piazza della repubblica ore 10.00 fino al Ministero dove si avvierà con il movimento dei precari e con gli studenti un assedio permanente del ministero stesso.

In testa al corteo del 12 Marzo ci saranno i/le precari/e, che in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell’insegnamento e del loro posto di lavoro.

domenica 7 marzo 2010

Inoltro mail di Giovanni Impastato

cari amici, vi invio il mio appello per il prossimo 9 maggio a Cinisi.
vi prego, diffondelo. è importantissimo che quest'anno ci sia una grande mobilitazione in nome della democrazia e della giustizia sociale.
un abbraccio, Giovanni
------------ --------- --------- --------- --------- --------- -----

Cinisi, 28 febbraio 2010


APPELLO PER IL 32° ANNIVERSARIO DELL’ASSASSASSINIO MAFIOSO DI MIO FRATELLO PEPPINO IMPASTATO.


Anche quest’anno il 9 maggio a Cinisi rappresenterà una fondamentale occasione per scambiarci dati, informazioni, forze, passioni, per fermarci e riflettere, per raccogliere la nostra memoria e assumerci l’impegno di continuare la lotta per la giustizia sociale nel nostro paese e nel mondo.

Occorrerà concentrare le energie e continuare il cammino, partendo dalla memoria di chi come Peppino ha saputo lottare senza remore, senza compromessi, pensando solo al bene della collettività.

Valori e ideali, i nostri, che vengono giornalmente calpestati: è stato pericolosamente abbattuto un limite per la conservazione della democrazia, che è quello della legalizzazione dell’illegalità , della legittimazione legislativa dei peggiori crimini sociali (sfruttamento, ladrocinio, riciclaggio illecito dei rifiuti tossici, devastazione ambientale) per difendere i privilegi della classe dominante.

Non dobbiamo isolarci, sfilacciare o disperdere le nostre energie ma trovare punti di comune accordo, questioni fondanti per le quali è necessario impegnarsi tutti a fondo, evitando rotture e discussioni infertili che scaturiscono dalla cura di interessi personali e dall’incapacità di confronto.

La presenza di tutte le realtà impegnate nel sociale il 9 maggio a Cinisi sarà decisiva per continuare il nostro percorso comune e, quindi, invito a partecipare chi non ha ancora vissuto questa esperienza in ricordo di Peppino, così come invito a ritornare coloro che ci hanno già incoraggiato negli anni precedenti con la loro presenza e il loro entusiasmo.

Quest’anno assaporeremo il gusto di una importante vittoria restituendo alla collettività la famosa casa dei ‘’cento passi’’, una volta proprietà del grande capo”Tano Seduto’’ Gaetano Badalamenti e oggi finalmente confiscata. Con ogni probabilità questo bene verrà assegnato all' Associazione “casa memoria Impastato” e diventerà per noi il punto di partenza e il nodo nevralgico per la strutturazione di un nuovo percorso di lotta, un’occasione in più per sottrarre terreno alla cultura mafiosa e al potere della criminalità organizzata e della politica collusa. Coloreremo l’impegno sociale con i toni forti della gioia e dell’allegria, proprio come faceva Peppino nei momenti più felici della sua vita, sostituendo i toni spenti della rassegnazione e della paura. La riappropriazione della casa di Badalamenti è una grande conquista sociale: nessuno 32 anni fa avrebbe mai immaginato potesse accadere una cosa del genere, nonostante noi lo sognassimo e nutrissimo questa speranza come un desiderio segreto.

Aprire la casa del boss, che è stato condannato all’ergastolo per l’assassinio di mio fratello Peppino, sarà un evento storico, una dimostrazione di come, con tutti i sacrifici del caso e nonostante l’assenza e i boicottaggi istituzionali, si possano ottenere risultati nella lotta alla mafia, riconquistare anche spazi di libertà nella difesa della democrazia, compiere piccoli passi che siano incoraggianti per continuare, con le idee e il coraggio di Peppino, verso la meta di un altro futuro possibile.

E' necessario superare le proprie frustrazioni, le proprie paure, le proprie insicurezze, scendere dal piedistallo dell’autoreferenzial ità e ascoltare la gente, aiutarla a riappropriarsi dei bisogni reali, quelli legati ai diritti fondamentali, ragionare con onestà e voglia di fare su tematiche come la povertà, la precarietà e la disoccupazione, l’accoglienza dei migranti e l’integrazione, la riconquista pubblica del territorio, dei beni e dei servizi. E' necessario dialogare con le nuove generazioni, restituire loro la speranza, provocarle, dimostrare come stiano rubando loro la libertà e l’autodeterminazione . È importante suscitare in loro la riflessione sul vero concetto di legalità e su un’idea nobile della politica non limitata alle sole campagne elettorali e alla raccolta dei voti come punti premio per l’immunità. In questo senso vogliamo promuovere una concezione alta dell’impegno pubblico che non si riduca alla prassi miope e opaca delle manovre subdole, agli inciuci, ai compromessi ai quali si ha la spregiudicatezza di non attribuire più nemmeno la giustificazione della ragion di stato. La politica deve invece essere sociale e partecipata, avere un confronto dialettico con i movimenti, partire dalla diffusione della consapevolezza e dalla possibilità di azione autogestita. La politica dei movimenti allo stesso tempo deve saper essere non solo oppositiva, ma propositiva, con la costruzione e la messa in pratica di modelli alternativi (soprattutto economici) che con la loro efficacia conquistino il consenso della gente e sappiano sostituirsi a quelli imposti dall’alto.

Gli stessi principi valgono anche per l’impegno antimafia. Da tempo denuncio che anche fra coloro che promuovono la cultura della legalità sopravvive una certo timore nell' opporsi ad un potere politico che oggi più che mai si sovrappone agli interessi della criminalità organizzata con una coincidenza di nomi, volti, fatti, strategie. Combattere la mafia oggi vuol dire opporsi al sistema, evitare di concedere attenuanti o coperture ai vergognosi sotterfugi che infangano la nostra Italia, cambiare dalle fondamenta lo stato di cose attuale e non tapparne i buchi.

Combattere la mafia oggi vuol dire disobbedire alle leggi che calpestano i diritti umani e la civiltà, scegliere in alcuni casi l”illegalità” pur di non sostenere la finta legalità degli illeciti. In fondo è lo stesso potere a volere questo paradosso. Del resto, è quello che è sempre accaduto nelle pagine più oscure della storia mondiale quando il sistema legale ha giustificato genocidi, stragi, dominazioni.

Sulla stessa riga oggi non sentiamo altro che parlare di leggi, decreti, norme, provvedimenti economici emanati ciecamente e senza considerare gli effetti sociali, ma solo per salvaguardare gli interessi di una classe imprenditoriale incapace che deve la sua sopravvivenza agli incentivi statali,

o delle banche che nell’attuale sistema sono il perno attorno a cui ruota un'economia sempre più lontana dai bisogni reali della popolazione mondiale. E nello scarto prodotto da questa macchina micidiale si collocano milioni di persone, le loro vite, il loro lavoro (solo in Italia si contano due milioni di disoccupati, 20 milioni in tutta Europa, che hanno persino rinunciato alla ricerca di un impiego). Se si guarda ai vertici politici del nostro paese il quadro si fa ancora più fosco: ci “vantiamo” di avere un Presidente del Consiglio con un patrimonio familiare valutato intorno ai 10 miliardi di euro. Un uomo che si è fatto imprenditore con il denaro della mafia e politico con le connivenze criminali.

Da una analisi della situazione socio-politica italiana verrebbe quasi da gettare la spugna!

Eppure l’unico bene che avremo fin quando saremo in vita e che non possono sottrarci è la fiducia nei nostri ideali, che animano le forze del cambiamento e tutti coloro che ancora credono nella possibilità di costruire un “altro mondo possibile”.

Non mancano segnali positivi, che sono emersi dalle grandi mobilitazioni di piazza alle quale ci siamo sentiti in dovere di partecipare, come le manifestazioni finalizzate alla difesa del diritto di espressione e di libera stampa, dei diritti delle donne e dei migranti.

Un’importante occasione in cui la parte migliore d’Italia ha fatto sentire la sua presenza e la sua pressione si è presentata il 26 settembre a Ponteranica quando circa diecimila persone hanno risposto con un lungo corteo alla vergognosa decisione con la quale il sindaco leghista aveva tentato di delegittimare la figura di Peppino cancellando il suo nome dalla Biblioteca comunale, adducendo deliranti motivazioni di carattere “regionalistico” .

Il vero motivo di questo atto odioso sta invece nell' accurato revisionismo storico che vorrebbe trascinare nell’oblio intere pagine di storia recente, come la resistenza partigiana e gli orrori della dominazione nazifascista.

L'equazione che abbiamo più volte sottolineato nei documenti del forum sociale antimafia tra resistenza alla barbarie mafiosa e resistenza Partigiana antifascista evidentemente fa molta paura!

Il partito della Lega, che costituisce una delle più pericolose manifestazioni della deriva sociale e politica italiana, utilizza impunemente forme brutali di violenza istituzionalizzata e col pretesto della pubblica sicurezza reprime qualsiasi tipo di protesta civile e democratica. Questo allo scopo di proteggere e di coprire con una coltre di fumo gli sporchi affari condotti dalla classe dirigente politico-mafiosa. Tutto questo fa il paio con la presenza violenta della criminalità organizzata e garantisce a Nord come a Sud il controllo totale del territorio con il clientelismo, il terrorismo e l’intimidazione.

Il clima ormai è caldo, le idee e il coraggio non mancano, il lavoro è stato iniziato! Adesso bisogna coalizzarsi e partire: “scarpe rotte eppur bisogna andar”.

Il” forum sociale antimafia Felicia e Peppino Impastato” , formato da tutte le realtà antagoniste attive in Sicilia e in Italia, si riunisce a Cinisi con cadenza settimanale per preparare il manifesto politico per gli incontri di Maggio: con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo!

IL MIO APPELLO VA ALLA LIBERA INFORMAZIONE, a quella che rimane, che si è sottratta al controllo del potere che trasforma il nostro in uno stato per nulla democratico: sosteneteci, fate sì che la gente possa conoscere, capire e che possa svegliarsi dall’immobilismo.

Il MIO APPELLO VA AI MOVIMENTI e ai suoi componenti, a quelli che hanno resistito ai numerosi tentativi di disgregazione seguiti alla grande mobilitazione del forum sociale mondiale che aveva non poco spaventato i nostri dominatori.

IL MIO APPELLO VA AI SINGOLI CITTADINI, invito tutti loro a guardarsi dentro e liberarsi dalla morsa della manipolazione televisiva.

IL MIO APPELLO VA A QUEI POCHI APPARATI ISTITUZIONALI ED ENTI che hanno il coraggio e la determinazione di andare contro corrente perché ancora credono nella loro natura democratica.

Il 9 maggio vi aspettiamo a Cinisi per sfilare in corteo nelle strade del paese, numerosi come sempre, per essere presenti, vivi, reattivi, ribelli.

Un abbraccio fraterno,

Giovanni Impastato

PALERMO - LABORATORIO PER UNA UNIVERSITA’ POPOLARE



Le recenti misure legislative ed i tagli indiscriminati delle risorse stanno allontanando l’università pubblica dal solco dell’autonomia prevista dal dettato costituzionale, espellendo docenti e studenti quando non vengano ritenuti funzionali al disegno complessivo di ristrutturazione di stampo privatistico che il governo ed il ministro (in)competente stanno realizzando, a partire dalle false riforme degli anni precedenti ed in particolare dalla legge n.133 del 2008.

In un momento nel quale la funzione di ricerca e il ruolo di formazione dell’università pubblica viene asservito sempre di più alle esigenze del privato e dei gruppi economici più forti, in assenza di una autentica politica di opposizione su questo tema, riteniamo necessario rivolgerci all’esterno dell’università per attivare altre sedi di formazione e di ricerca che siano capaci di coinvolgere persone che altrimenti resterebbero escluse dalla possibilità di accedere all’università e di formarsi in questo modo una cultura ed una coscienza critica.

D’altra parte, i processi di espulsione dal mercato del lavoro, praticati ormai su vasta scala, e la risposta repressiva che si contrappone alle domande sociali, sollecitano la creazione di nuovi spazi pubblici di ricerca e di formazione che si rivolgano anche a quegli adulti che rimangono privi di una occupazione o sono costretti alla mera sopravvivenza del lavoro precario.

Proponiamo quindi la costituzione di un laboratorio per una università popolare, da intendere intanto come uno o più luoghi di incontro, nella città, per la creazione o la difesa degli spazi sociali esistenti, ma anche all’interno delle scuole e dell’università, con la partecipazione di docenti e di esperti che si confrontano per sperimentare nuove forme di ricerca e di trasmissione dei loro saperi, e quindi come occasione di aggregazione tra persone di varia provenienza, senza discriminazioni basate sulle condizioni economiche, sul genere, sull’età o sull’origine nazionale od etnica.

Il laboratorio sarà articolato in sezioni tematiche coordinate tra loro, con riunioni periodiche tra i diversi gruppi, e si svolgerà in una prima fase con due incontri settimanali di due ore ciascuno, il lunedì ed il venerdì, tenuti da docenti universitari e da esperti, secondo un percorso che sarà condiviso tra tutti i partecipanti, anche sulla base delle proposte e delle sollecitazioni che proverranno dai diversi gruppi.

Il laboratorio per una università popolare inizierà le proprie attività nel mese di marzo del 2010, presso i locali occupati dello ZETALAB di Palermo in via Boito, e nella fase di avvio avrà come destinatari coloro che frequentano questo spazio sociale, gli abitanti del quartiere, gli studenti che vorranno completare in questo modo la propria formazione. Le attività del laboratorio saranno aperte a tutti coloro che vorranno parteciparvi, in particolare ai soggetti più svantaggiati e a tutti coloro che subiscono sulla propria pelle i processi di esclusione, come gli immigrati, i disoccupati ed i senza casa.

Si potranno consultare liberamente i testi già esistenti presso la Biblioteca del Laboratorio Zeta in via Boito, presso la quale saranno pure disponibili i volumi o le dispense forniti dai docenti che interverranno.

A partire da lunedì 8 marzo, ore 17,30, nei locali del Laboratorio Zeta in via Boito, saranno trattati i seguenti temi

- Sicurezza, giustizia penale e diseguaglianza

Fulvio Vassallo Paleologo

- Mafie e lotta alle mafie

Umberto Santino

- Liberismo, repressione dei conflitti e spazi sociali

Marco Pirrone

- Minoranze, discriminazione e gruppi oppressi

Giuseppe Burgio

- Conflittualità e tecniche di gestione non violenta dei conflitti

Andrea Cozzo

Dopo l'inizio delle attività del laboratorio per una università popolare, anche sulla base delle esigenze di quanti parteciperanno, sarà predisposto un calendario per i mesi di marzo, aprile e maggio.

Tra gli obiettivi del laboratorio si inserisce la creazione di una piattaforma informatica di orientamento sui temi trattati, liberamente consultabile su internet.

sabato 6 marzo 2010

PALERMO - COORDINAMENTO DONNE DI PALERMO 8 marzo allo zeta

8 marzo 2010 - laboratorio zeta via Boito n. 7 - Palermo

lunedì 8 marzo dalle 18.00 allo z rioccupato (via Boito 7) avrà inizio un
pomeriggio di mostre, incontri, banchetti,letture sulle lotte delle donne,
accompagnati da performance musicali.
Nel corso del pomeriggio saranno proiettati dei video tra i quali : " il
movimento delle donne in Sicilia negli anni '70 - '80" video accompagnato
dall'esposizione della mostra sul movimento delle donne negli anni 70 a cura
di Ambra Mangani, "il corpo delle donne" di Lorella Zanardo e Marco Malfi
Chindemi, proiezione di foto e immagini de "i monologhi della vagina"
lettura dei monologhi di Eve Ensler da parte delle donne di Palermo.
Che ognun* porti il suo contributo fotografico, cartaceo, video ecc...
Questo è un modo per non far passare inosservata una data tanto importante,
soprattutto in questo momento storico di revisionismo culturale, sociale
istituzionale,contro un rimodellamento della società in senso securitario e
oppressivo, in cui la famiglia patriaracale eterosessuale diventa il nucleo
fondante e fondamentale, e in cui i diritti delle donne, ottenuti con anni
di lotte, vengono sempre più messi in discussione.

Alle 20.00 sarà offerto anche un "gustoso aperitivo"!

Per noi compagne importante è che questa giornata venga svolta allo z,
laboratorio politico e autorganizzazione sociale.

COORDINAMENTO DONNE DI PALERMO

Palermo - iniziative Cobas scuola 9-10 marzo

riceviamo da cobas palermo

- Martedì 9 Marzo 2010 alle ore 16:00 incontro con l'avv. Spallita presso la sede COBAS, sita in Piazza Unità d'Italia 11. All'ordine del giorno: informazioni sui i ricorsi contro la suddivisione delle aree disciplinari del sostegno nelle scuole superiori; situazione ricorsi sulle graduatorie AD03 attualmente in itinere.

- Mercoledì 10 Marzo 2010 alle ore 21:00 concerto, in sostegno dello sciopero della scuola COBAS, presso via Ammiraglio Gravina 56 a Palermo.
Nel corso della serata si esibiranno due gruppi: Radio Zapata e Carmina Solis. Sarà una buona occasione per ascoltare buona musica, ballare le tarante dei Carmina Solis, stare un po' insieme e sostenere lo sciopero della scuola di venerdì 12 marzo, indetto dai Cobas scuola.

PALERMO - Delibera Collegio dei Docenti del Liceo Garibaldi

>

IL Collegio dei Docenti del Liceo Garibaldi di Palermo,

ritiene grave che il Ministero inviti le scuole superiori a dare avvio al riordino

senza che

  • sia concluso l’iter legislativo, l.133/08
  • i regolamenti abbiano il visto della Corte dei Conti
  • i regolamenti abbiano la firma del Presidente della Repubblica
  • sia avvenuta la pubblicazione dei regolamenti sulla Gazzetta Ufficiale

ritiene grave che l’eventuale emanazione della legge sul riordino delle scuole superiori

creerà

  • docenti soprannumerari
  • metterà a rischio il posto di lavoro di numerosi colleghi

ritiene illegittima la C.M. n. 17 del 18/02/010 che da avvio alle iscrizioni per l.a.s. 2010/11

perché

è mancante dei presupposti legislativi

  • viola l’autonomia delle Istituzioni scolastiche alle quali vengono assegnati i nuovi indirizzi in modo “automatico” dal MIUR, senza che gli organi scolastici abbiano potuto presentare all’USR e alla Regione le loro motivate proposte, così come previsto dall’art. 13 c. 5 dello schema di regolamento di revisione dei licei, approvato dal CdM il 04/02/10, e dagli altri schemi di regolamento;
  • invade le competenze sulla definizione del piano dell’offerta formativa territoriale che attengono alla provincia e della Regione, mettendo in discussione il necessario legame fra la scuola e l’ambito sociale in cui opera;
  • costringe il nostro Istituto a dare avvio alle iscrizioni in una situazione di totale incertezza sul suo futuro;
  • costringe i genitori ad una scelta dei nuovi indirizzi totalmente al buio.

Per tali motivi il Collegio delibera

  • di non compiere alcun atto applicativo di tali provvedimenti fino a quando essi non siano LEGGE
  • di invitare il comune di Palermo, la Provincia di Palermo e la Regione Sicilia a presentare ricorso contro l’invasione delle competenze in materia di programmazione territoriale dell’offerta formativa.
  • Ad inviare tale delibera agli altri istituti siciliani, al Dirigente dell’USR, al Presidente della Provincia e della Regione, nonché agli organi di stampa.

PALERMO 4 Marzo 2010

La Corte Costituzionale boccia i tagli degli insegnanti di sostegno

La Consulta ha dichiarato incostituzionali i brutali tagli bipartisan (Prodi e Tremonti) ai posti di lavoro degli insegnanti di sostegno l’integrazione degli alunni disabili nella scuola. Con una sentenza sacrosanta, la Corte ha considerato che i due commi 413 e 414 dell’articolo 2 della Finanziaria per il 2008 (legge dell’ultimo governo Prodi) non rispettano la Costituzione , in quanto ponendo un tetto al numero di insegnanti di sostegno, provocano “l’impossibilità per il disabile grave di conseguire il livello di istruzione prevista”, sono “in contrasto con i valori di solidarietà collettiva nei confronti dei disabili gravi”, ne impediscono “l’effettiva partecipazione alla vita sociale, economica e politica” e introducono “un illogico e irrazionale regime discriminatorio che non tiene conto del diverso grado di disabilità di tali persone, incidendo così sui loro diritti”.

E’ bene ricordare che fu il governo Prodi – che su questo tema scrisse una delle pagine più nere del proprio disastroso governo – ad annullare la norma, contenuta nella legge a difesa dei disabili, che assegnava un docente di sostegno per ogni disabile con gravi patologie, oltre che proseguire il taglio dei docenti di sostegno già iniziato in precedenza. Tremonti si è guardato bene dal ripristinare la norma ed ha proseguito, oltre alla generale politica dei tagli, anche quella specifica, e ancor più spietata, a danno dei disabili: cosicchè quest’anno, mentre i disabili aumentavano di 5000 unità, i posti in organico calavano ancora di 400.

La sentenza è una vittoria innanzitutto di “Tutti a scuola”, l’associazione che riunisce i genitori di disabili, che in questi anni si è battuta strenuamente in difesa dei diritti dei portatori di handicap: ma lo è anche per noi, che queste lotte abbiamo sempre sostenuto e rafforzato, e di tutto il popolo della scuola pubblica. L’applicazione della sentenza potrebbe riportare nella scuola parecchie migliaia di docenti: e sarà un ulteriore obiettivo che porremo al centro del nostro sciopero generale della scuola che si terrà il 12 marzo, e della manifestazione nazionale che, partendo da P.della Repubblica a Roma (ore 10) si concluderà al Ministero della Pubblica Istruzione, dove si avvierà con il movimento dei precari e con gli studenti un assedio permanente del ministero stesso.



Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

giovedì 4 marzo 2010

PALERMO - MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL 24 FEBBRAIO 2010 CONTRO LA RIFORMA GELMINI



MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL 24 FEBBRAIO 2010 CONTRO LA RIFORMA GELMINI

Il Collegio dei Docenti del Liceo Scientifico Benedetto Croce di Palermo, dopo aver preso visione dei contenuti della Riforma dei Licei “Gelmini” approvata il 4 Febbraio dal Consiglio dei Ministri, esprime la propria ferma e viva preoccupazione per un provvedimento di modifica del sistema d’istruzione secondaria superiore che viene propagandato come una svolta epocale ma che, al contrario, darà meno istruzione e meno servizi agli studenti e alle famiglie italiane. Desta un forte allarme, in particolar modo, il taglio occupazionale previsto di circa 14.000 precari e, per i prossimi tre anni, di 87.000 posti per il personale docente e di 44.500 posti per il personale ATA. Il Collegio dei Docenti delibera pertanto la convocazione di un’Assemblea Straordinaria con i genitori e con le famiglie tutte per informare e discutere sulla gravità di questo momento per la scuola pubblica statale. Il Collegio dei Docenti si impegna inoltre ad attivare le opportune forme di mobilitazione per scongiurare la diminuzione di ore per il Liceo Scientifico (si perdono ore di lezione delle materie Latino, Lingua Straniera al biennio, Filosofia, Storia, Matematica e Fisica) e per opporsi allo smantellamento della Scuola Pubblica Statale.

Palermo 24.02.2010

PALERMO - ASSEMBLEA PRECARI 5 MARZO


ASSEMBLEA PRECARI (DOCENTI E ATA)

venerdì 5 marzo ore 18.00

sede Cobas

piazza Unità d’Italia 11 Palermo

RICORSO PER IL RICONOSCIMENTO DEGLI

SCATTI DI ANZIANITÀ AI PRECARI

La vera ragione della precarietà nella scuola: il fatto che all’Amministrazione conviene usare i contratti a tempo determinato per abbassare il costo del lavoro del personale scolastico. Infatti, oltre allo stipendio estivo che i supplenti fino al 30 Giugno non percepiscono, i precari non godono nemmeno degli scatti stipendiali di anzianità che matura invece ogni tre anni di servizio il personale a tempo indeterminato. Grazie a tutti questi risparmi, un precario costa allo Stato circa 8.000 € in meno di un lavoratore in ruolo. Questa disparità di trattamento – un vero e proprio sfruttamento – per svolgere una stessa identica prestazione lavorativa è la vera causa della precarietà: e cioè l’estrema convenienza per l’Amministrazione ad usare la precarietà, in spregio non solo ai diritti dei lavoratori, ma anche alla qualità del servizio scolastico.

Rivendichiamo perciò per i lavoratori a tempo determinato la stessa progressione di carriera dei lavoratori a tempo indeterminato e degli insegnanti di religione, uniformandoci al trattamento degli incaricati annuali per l’insegnamento della Religione Cattolica (materia facoltativa), che, dopo quattro anni di nomina, possono godere della parità di trattamento con i docenti di ruolo delle altre discipline obbligatorie.

In una sentenza del 2007 la Corte di Giustizia europea (Sez. II – Sent. 13/09/2007 in causa C-307/05) si è espressa a favore di una lavoratrice precaria spagnola della sanità. Non percepire infatti gli scatti di anzianità - per un lavoratore a tempo determinato – contrasta con la Direttiva del Consiglio della Comunità Europea del 28 giugno 1999, 1999/70/CE, recepita dal Governo italiano con il DECRETO LEGISLATIVO 6 settembre 2001, n. 368 (GU n. 235 del 09/10/2001).

I tribunali di Civitavecchia, Livorno, Roma, Tivoli e Treviso hanno già sentenziato a favore dei precari ricorrenti il riconoscimento del diritto a percepire gli scatti biennali stipendiali ed hanno condannato il Ministero della Pubblica Istruzione al pagamento delle somme dovute con gli interessi legali maturati.

Nel ribadire la necessità delle immissioni in ruolo su tutti posti vacanti e disponibili, sia di organico di diritto che di fatto (visto che l’Amministrazione lascia artificiosamente posti disponibili in organico di fatto, senza stabilizzarli), promuoviamo ora i ricorsi legali con i quali non solo vogliamo la restituzione del “maltolto” ma anche mettere al centro del prossimo contratto proprio la parità di trattamento tra lavoratori con contratto a tempo determinato e indeterminato. Conquistare la parità di trattamento significa togliere alla controparte una leva formidabile per mantenere nella condizione di precarietà centinaia di migliaia di lavoratori della scuola.

Tutto il personale della scuola (docente ed ATA) con contratto a tempo determinato, è invitato a partecipare.

Sarà presente l’avvocato Tuttolomondo che farà un aggiornamento delle altre vertenze legali in corso.

Cobas scuola Palermo

PALERMO 10-3-10. Concerto in sostegno dello sciopero della scuola


che si terrà mercoledì 10 marzo 2010 alle 21.00, in via ammiraglio Gravina 56 a Palermo.
Nel corso della serata si esibiranno ben due gruppi: Radio Zapata e Carmina Solis.
Sarà una buona occasione per ascoltare buona musica, ballare le tarante dei Carmina Solis, stare un po' insieme e sostenere lo sciopero della scuola di venerdì 12 marzo, indetto dai Cobas scuola.
Cortesemente stampate e fate circolare la locandina dell'iniziativa nelle scuole, nei siti e nei social network.
Non mancate

mercoledì 3 marzo 2010

Castiglion de' Pepoli - Delibere collegiali contro la controriforma delle superiori


riceviamo con preghiera di divulgazione:


Il collegio dei docenti del I.S.I. “Caduti della Direttissima”,

ritiene grave che il Ministero intenda dare avvio al riordino della scuola superiore già a settembre 2010, senza che si sia concluso l’iter previsto dalla Legge 133/08 e siano stati pubblicati tutti i regolamenti previsti dalla Legge.


Rileva che allo stato non risultano pubblicati in G.U. i regolamenti di riordino con il visto della Corte dei Conti e la firma del Presidente della Repubblica, che ha il compito di emanare i decreti applicativi.


Rileva inoltre che non è noto neppure il regolamento che definisce gli obiettivi di apprendimento legati ai nuovi indirizzi e quadri orari e quello relativo all’articolazione delle cattedre.


Rileva che la situazione di incertezza sulla distribuzione delle iscrizioni ai nuovi indirizzi e la prevista emanazione del regolamento sulla revisione delle nuove classi di concorso solo a settembre metterà a rischio il posto di lavoro di molti colleghi.


Valuta la CM n. 17 del 18 febbraio 2010 che da avvio alle iscrizioni per l’anno 2010/11 illegittima perché:


· è mancante dei necessari presupposti legislativi;

· viola l’autonomia delle Istituzioni scolastiche alle quali vengono assegnati i nuovi indirizzi in modo “automatico” dal MIUR, senza che gli organi scolastici abbiano potuto presentare all’USR e alla Regione le loro motivate proposte, così come previsto dall’art. 13 c. 5 dello schema di regolamento di revisione dei licei, approvato dal CdM il 04/02/10, e dagli altri schemi di regolamento;

· invade le competenze sulla definizione del piano dell’offerta formativa territoriale che attengono alla provincia e della Regione, mettendo in discussione il necessario legame fra la scuola e l’ambito sociale in cui opera;

· costringe il nostro Istituto a dare avvio alle iscrizioni in una situazione di totale incertezza sul suo futuro;

· costringe i genitori ad una scelta dei nuovi indirizzi totalmente al buio.


Per tali motivi il Collegio delibera:


a) di non compiere alcun atto applicativo di tali provvedimenti se non quelli relativi all’organico aggiuntivo, che consentono di evitare la creazione di soprannumerari;

b) di invitare il Consiglio di Istituto, ai sensi del DPR 275/99, di valutare la possibilità di presentare ricorso contro l’assegnazione degli indirizzi prevista dal Ministero;

c) di invitare il comune di Castiglion de' Pepoli, la Provincia di Bologna e la Regione Emilia Romagna a presentare ricorso contro l’invasione delle competenze in materia di programmazione territoriale dell’offerta formativa.

d) Ad inviare tale delibera agli altri istituti bolognesi, al Dirigente dell’USR, al Presidente della Provincia e della Regione, nonché agli organi di stampa.


Castiglion de' Pepoli, 24/02/10