sabato 31 gennaio 2009

ogni tanto la stampa ci degna di qualche articolo - 2



Agli italiani piace il ritorno al voto “con i numeri” a scuola e soprattutto considerano un bene il voto in condotta; non piacciono invece il maestro unico, la fine del tempo prolungato nella scuola primaria, né le “classi ponte”: è la conclusione del Rapporto Italia 2009 presentato dall’Eurispes che traccia luci e ombre nell’opinione degli italiani sulla riforma della scuola targata Gelmini. Sul fronte dell’Università invece, soprattutto i giovani, dicono no alla trasformazione in Fondazione.

Secondo l’indagine condotta dall’Eurispes, il 58,1% dei cittadini...

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ogni tanto la stampa ci degna di qualche articolo

Dalle risorse agli istituti, ridotte all’osso - come ha denunciato il sindacato Flc-Cgil -, ai tranelli sui moduli dell’iscrizione predisposti dal ministero. Fino allo stravolgimento delle classi per chi è ad un passo dalla licenza media: italiano ridotto a 9 ore frontali e un’ora in meno anche per Tecnologia, l’ex educazione tecnica.

I tranelli sull’iscrizione. Per la primaria la domanda è formulata in modo tale da far «cadere» i genitori nella rete del maestro unico: le famiglie scelgono ma devono indicare l’ordine di preferenza. Perché? Alle medie tra i quesiti irrisolti c’è quello dell’inglese potenziato, che le famiglie possono scegliere a discapito delle 2 ore di francese, spagnolo o tedesco. «Sulle lingue comunitarie si è fatto un passo indietro - spiega la dirigente Anna Maria Luperto della Moscati -. Chi opterà per le 5 ore di british difficilmente avrà lo stesso insegnante». Non solo: lo studente non potrà più tornare indietro, non potrà cambiare se scoprisse di non essere portato per le lingue. Gelmini docet.

E non finisce qui. Tempo scuola sforbiciato alle medie. Con un’ora di approfondimento che molte scuole «leggono» nella nuova materia Educazione e Costituzione. Ma non sanno cosa rispondere alla domanda dei genitori: chi la insegnerà? A Torino come a Viterbo sono orientati a far ruotare in tutta la scuola un solo insegnante. «Sarà una mortificazione» - commenta la preside Luperto. Un rebus che verrà risolto all’inizio del nuovo anno scolastico: la Gelmini gli organici alle scuole li ha fatti slittare di un mese: li assegnerà entro il 31 agosto.

Caos e disorientamento.
E non c’è certezza neppure per le classi successive alle prime. Un bambino che oggi frequenta la la 4° elementare a settembre prossimo potrebbe trovare una scuola diversa: se la sua classe funzionava a modulo non avrà più i 3 insegnanti abituali. Sono state cancellate tutte compresenze, tempo pieno compreso. E il professor Giovanni Impegnoso del 145° circolo, non nasconde un altro rischio: «Potrà capitare che una futura terza o seconda funzionerà con uno spezzatino d’ore di maestri». Alla scuola della Garbatella, meglio nota come la scuola dei Cesaroni, c’è un boom di domande per il tempo-pieno. E il dirigente scolastico ha escogitato una proposta per non lasciare scontenti i genitori. Allarmatissime le mamme, che rivelano: «Vogliono proporci un tempo pieno di 37 ore settimanali più altre 3 ore a pagamento». In pratica i bambini fino al....

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parere negativo conferenza unificata

dal sito dell'associazione nazionale comuni d'italia l'esito della conferenza unificata

CONFERENZA UNIFICATA

28 GENNAIO 2009 - ORE 16.30

Provvedimento

Esito del

provvedimento

Punto 1

schema di regolamento recante “norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del D.L. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 133/2008” (ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA)

Parere favorevole

Punto 2

schema di regolamento recante “revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del D.L. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 133/2008” (ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA)

Parere negativo

Punto 4

intesa concernente “indirizzi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi anche non strutturali negli edifici scolastici”. (PROTEZIONE CIVILE)

Sancita intesa


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lunedì 26 gennaio 2009

maltempo in tutta italia - ministero in piena....confusione!!


attenzione, piena... confusione ministeriale!

nuova circolare ministeriale a chiarimento dei voti in decimi e giudizi.

il ministero ammette che il regolamento sulla valutazione non è definitivo e ci sono osservazioni da parte del CNPI.

avvisate i colleghi e fate girare con urgenza!

di seguito la circolare. click sul titolo per andare al sito del miur


Circolare n. 10
MIURA00DGOS prot. n. 636 /R.U.U
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti del sistema nazionale di istruzione e per l’autonomia scolastica
- Ufficio VI -
Destinatari
Roma, 23 gennaio 2009
Oggetto: Valutazione degli apprendimenti e del comportamento.
La legge di conversione 30 ottobre 2008, n. 169 ha disposto modifiche al sistema di valutazione degli alunni che trovano immediata attuazione nel presente anno scolastico. Prevede, altresì, un apposito regolamento di coordinamento delle norme vigenti in materia di valutazione.

Questo Ministero ha già elaborato uno schema di tale regolamento e lo ha sottoposto al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, che nella seduta plenaria del 17 dicembre scorso, ha espresso parere favorevole con osservazioni. Al momento, è in corso la stesura del testo definitivo.

In attesa del riordino del secondo ciclo di istruzione, che troverà attuazione dal 1.9.2010, ai sensi del D.L. 30 dicembre 2008, n. 207, il regolamento riguarda, per ora, solo la disciplina della valutazione relativa al primo ciclo di istruzione. Nelle more dell’iter di approvazione del regolamento, si ritiene opportuno fornire alle scuole elementi essenziali di informazione, con particolare riferimento alla valutazione intermedia di imminente scadenza, a conferma ed integrazione di quanto già contenuto nella C.M. n. 100 dell’ 11 dicembre 2008.

Si sottolinea, innanzitutto, che criteri essenziali per una valutazione di qualità sono:
  1. la finalità formativa;
  2. la validità, l’attendibilità, l’accuratezza, la trasparenza e l’equità;
  3. la coerenza con gli obiettivi di apprendimento previsti dai piani di studio;
  4. la considerazione sia dei processi di apprendimento sia dei loro esiti;
  5. il rigore metodologico nelle procedure;
  6. la valenza informativa.
In tale ottica è indispensabile che i citati criteri facciano da riferimento per:
  • la valutazione in itinere;
  • la valutazione periodica e finale;
  • l’esame di Stato conclusivo di ciclo;
  • gli interventi di rilevazione esterna degli apprendimenti da parte dell’Invalsi.
In particolare, l’azione dell’Invalsi è tesa a rendere comparabili le valutazioni scolastiche con i livelli di apprendimento attesi a livello nazionale in organico raccordo con i piani di studio.

Come è noto, la citata legge di conversione n. 169/2008 ha introdotto modifiche alla valutazione del comportamento e a quella degli apprendimenti, prevedendo che le relative espressioni valutative siano riportate con voti numerici espressi in decimi.

Per gli studenti delle scuole di istruzione secondaria di I e di II grado è prevista la valutazione del comportamento con voto in decimi (art. 2); per gli alunni della scuola primaria é confermata, sulla base della normativa vigente, la valutazione del comportamento con giudizio (sintetico o analitico secondo l’autonoma scelta delle scuole).

L’articolo 3 introduce nelle scuole del primo ciclo l’espressione della valutazione degli apprendimenti degli alunni con voto in decimi, in sostituzione dei giudizi precedentemente previsti. Tale modifica, riferita agli esiti intermedi e finali, mira a rendere più chiara e trasparente la valutazione; è anche un’opportunità per valorizzare la valutazione in funzione del miglioramento dei livelli di apprendimento.

Per quanto attiene alla competenza delle scuole circa le nuove forme di valutazione, lo schema di regolamento evidenzia come, in ragione dell’autonomia scolastica, appartiene alle scuole e ai docenti la scelta delle modalità per la valutazione in itinere e per la predisposizione del documento di valutazione. Resta fermo, naturalmente, l’obbligo di rispettare tre elementi fondamentali derivanti dalle norme generali del sistema di istruzione nazionale:
  1. la valutazione degli apprendimenti relativi alle discipline previste dai piani di studio;
  2. la valutazione del comportamento dell’alunno;
  3. l’espressione delle valutazioni, periodiche e finali, con voto in decimi per ciascuna disciplina.
Valutazione degli apprendimenti

In sede di valutazione intermedia e finale nella scuola primaria la votazione relativa alle discipline, espressa in decimi, viene accompagnata da una illustrazione relativa al livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno.

Sia per la scuola primaria che per la scuola secondaria di I grado, i docenti possono comunque autonomamente prevedere che i voti in decimi siano accompagnati anche da giudizi sintetici o analitici. Possono altresì fare riferimento ad eventuali indicatori di apprendimento.

Per l’eventuale non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato del I ciclo, la decisione è assunta a maggioranza dal consiglio di classe. Per la scuola primaria tale determinazione è assunta dai docenti della classe in sede di scrutinio con votazione unanime e per casi eccezionali e motivati.

Per l’insegnamento della religione cattolica continuano ad applicarsi le specifiche norme vigenti in materia.

Per quanto riguarda la valutazione dell’insegnamento dell’educazione fisica si conferma, nella prospettiva di una specifica modifica regolamentare, che tale disciplina, come da prassi diffusa, concorre alla determinazione della media dei voti.

Valutazione del comportamento

Per la valutazione del comportamento degli studenti della scuola secondaria di I e II grado il decreto ministeriale 16 gennaio 2009, n. 5, definisce i criteri per l’espressione del voto in decimi.

Nella scuola secondaria il voto di comportamento, definito dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente, in quanto determina, autonomamente, la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato nel caso sia inferiore a sei decimi, indipendentemente dalla votazione conseguita nelle singole discipline di studio.

Il voto in decimi

Per quanto attiene all’espressione del voto in decimi, esso rappresenta una sostanziale novità solo per i docenti di scuola primaria e secondaria di I grado. Il suo uso nella pratica quotidiana di attività didattica è rimesso discrezionalmente ai docenti della classe, in ragione degli elementi che attengono ai processi formativi degli alunni secondo il loro percorso personalizzato.

Per quanto riguarda, infine, la certificazione finale delle competenze e i criteri per lo svolgimento degli esami di Stato del I ciclo, così come per le informazioni necessarie ai fini della conclusione dell’anno scolastico, si rinvia a successiva comunicazione, a seguito anche della approvazione definitiva del citato regolamento sulla valutazione.


Il Direttore Generale
(Mario G. Dutto)

domenica 25 gennaio 2009

dalla FLC CGIL fogli di calcolo per simulare l'organico delle scuole

dal sito della FLC CGIL un interessante foglio di calcolo per simulare l'organico delle nostre scuole primarie e secondarie di primo grado a frontre delle ultime bozze dei regolamenti.

cliccare sul titolo per collegarsi al sito.

sabato 24 gennaio 2009

La FLC Cgil impugna la circolare sulle iscrizioni 2009/2010 davanti al TAR del Lazio

La decisione è stata presa in base a valutazioni giuridico/formali ponderate.

La circolare n. 4 del 16 gennaio 2009 è una circolare applicativa di regolamenti che al momento non esistono perché devono ancora essere pronunciati i prescritti pareri della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato.

E' questa una delle tante ragioni che ci inducono ad impugnare la circolare davanti al TAR del Lazio per illegittimità............

http://www.flcgil.it/notizie/news/2009/gennaio/la_flc_cgil_impugna_la_circolare_sulle_iscrizioni_2009_2010_davanti_al_tar_del_lazio

venerdì 23 gennaio 2009

iscrizioni: cavallo di Troia predisposto dal Ministero

vi inoltriamo dalla rete:
iscrizioni: cavallo di Troia predisposto dal Ministero
Trent'anni passati nella scuola mi sostengono nel pensare che i nostri Dirigenti Scolastici, vuoi per eccesso di zelo, vuoi per rampantismo, vuoi per menefreghismo o fancazzismo, avranno mille più uno motivi per adottare i modelli proposti nella circolare "a titolo puramente indicativo" (gentile soluzione da parte loro per ovviare al caos).
Il succo del modello ministeriale: "Cari genitori, esprimete pure la vostra preferenza sul modello organizzativo, da 1 a 4. Faremo di tutto per accontentarvi". Ma così facendo i genitori si crocifiggeranno da soli (e noi con loro) perchè, anche se in subordine, indicando tutte le opzioni avranno richiesto, formalmente e legalmente, anche le 24 ore! Ci siamo resi conto di questo parlando con un genitore giurista di Roma che confermava la necessità di richiedere soltanto il modello orario desiderato. Nessuna legge può obbligare i genitori a richiedere tutti e quattro i modelli (anche solo se indicati in via prioritaria). I genitori devono richiedere solo ed esclusivamente quello che loro desiderano. *

Che fare?

vegliare scuola per scuola sul modello d'iscrizione che verrà proposto alle famiglieinformarle su ciò a cui vanno incontro nel caso seguissero le indicazioni suggerite nel modellomanifesti nelle città che danno informazioni sulle iscrizioni, chiare e concise.
Buon lavoro a tutti e tutte
P. D. M.

Coordinamento romano genitori-insegnanti Non Rubateci il Futuro

mercoledì 21 gennaio 2009

dalla rete a riguardo del sondaggio TG1


Un sondaggio interessante

Uno in questi giorni si chiede: ma quale sarà il gradimento della Gelmini, o meglio della sua idea fenomenale del maestro unico e della scuola leggera fatta solo di 24 ore settimanali?
Una mano a rispondere a questo arcano quesito ce la dà il TG1. La premiata testata giornalistica infatti la scorsa settimana ha concesso l’ennesimo spazio di informazione al ministro in occasione del varo della circolare sulle iscrizioni. Un’intervista, una sintesi come sempre ottimistica e priva di qualsiasi problemazione, la spiegazione ai genitori che le scelte possibili sarebbero state a 360° e i cambiamenti quasi impercettibili. Peccato che poi la circolare reale, quella emessa il 15 gennaio, non mantenga affatto le promesse del ministro ma confermi le peggiori previsioni prospettando la cancellazione delle compresenze in tutte le classi e stravolgendo da subito tutti i modelli di scuola in atto, Modulo e Tempo Pieno, dalle prime alle quinte.
Eppure, incautamente, i giornalisti del TG1 hanno pensato di lasciare al pubblico del web una coda di spazio informativo, cioè la possibilità di intervenire attraverso un
sondaggio in internet, probabilmente certi che la riforma e l’introduzione delle 24 ore settimanali avrebbero trovato un gradimento anche nelle persone reali, quelle che vivono nel mondo reale e votano dal loro computer di casa. Ebbene, il risultato a 5 giorni dall’apertura del sondaggio è incredibile. Tre genitori su quattro, il 74,50 % vorrebbero il Tempo Pieno per i loro figli/e, che tradotto in linguaggio Gelminiano diventa “le 40 ore”. Il quarto genitore mantiene una leggera indecisione ma quasi sempre poi si decide per il Modulo (che in linguaggio gelminiano è “le 30 ore”. Gli altri due modelli orari, le 27 ore residuali dalla Moratti e le 24 ore della riforma Gelmini ricevono rispettivamente gradimenti di 1,73 % e 5,64 %. Sembra inverosimile! Abituati ai picchi di gradimento berlusconiani ci viene quasi da pensare ad un complotto! Ma forse l’inghippo, l’errore è nella domanda… Cosa diceva precisamente? Ecco:
“Quale fra questi orari settimanali, secondo voi, concilia meglio le esigenze di una corretta formazione scolastica con quelle della vostra famiglia?”.
Accidenti! Domanda chiara, inequivocabile: “corretta formazione scolastica”. Ciò significa che meno del 6% degli italiani approva le 24 ore e il maestro unico. Significa che il Tempo Pieno e il Modulo, i due modelli che la Gelmini sta provando a distruggere (attraverso la cancellazione delle compresenze e il prosciugamento della con titolarità delle maestre) hanno un gradimento popolare del 92,24 %. Ma… allora… Mi sorgono due dubbi. Non è che tutti i discorsi sul gradimento della riforma siano in fondo in fondo balle colossali? E ancora: Non è che questi cambiamenti non siano dettati solo dalla voglia di andare incontro alla volontà popolare ma bensì dal desiderio di tagliare (e straziare) la scuola pubblica?
PS: Un appello: C’è un/una giornalista in Italia che riesce a vedere in questo sondaggio uno stimolo sufficiente per farne un articolo o un servizio?

Gianluca Gabrielli, insegnante, CoordTempoPieno - Cobas

domenica 18 gennaio 2009

Gli insegnanti di religione guadagnano di più: il tribunale di Roma condanna il Ministero della Pubblica Istruzione


Ciao a tutti,

questo messaggio è rivolto a tutti gli insegnanti precari..

spero che tutti voi sappiano già che da alcuni mesi si può fare ricorso per vedere equiparati i vostri stipendi con quelli dei precari insegnanti di religione.

Questo messaggio è per quelli che ancora non lo sanno e che invito vivamente a contattare il prc che ha istituito un ufficio apposito per effettuare il ricorso.

Vi spettano dei soldi...non aspettate a chiederli!!!
Leggete sotto...e spargete la voce!!

Gli insegnanti di religione guadagnano di più: il tribunale di Roma condanna il Ministero della Pubblica Istruzione

Comunicato stampa dipartimento scuola e formazione Prc.

Una sentenza del Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Pubblica Istruzione per un prolungato atto discriminatorio nei confronti degli insegnanti precari, vincitori di un pubblico concorso ed inseriti regolarmente nelle graduatorie su posto comune, a vantaggio degli insegnanti di religione cattolica (nominati dal Vicariato ed immessi in ruolo senza concorso). A questi ultimi, durante il periodo di precariato, è riservato un trattamento di favore che consiste in un aumento dello stipendio del 2,5% ogni 2 anni. Dopo 8 anni gli insegnanti di religione guadagnano 130 euro netti in più al mese rispetto ad una/un collega che insegna italiano, matematica, scienze. Il ricorso fatto, e vinto, dalla professoressa Rizzuto di Roma (alla quale è stato riconosciuto un risarcimento di 2.611,35 euro) crea un importante precedente.

IL PRC METTE A DISPOSIZIONE DEI PRECARI DELLA SCUOLA CHE VORRANNO VEDERSI RICONOSCIUTO IL MEDESIMO DIRITTO, UN UFFICIO LEGALE PER I RICORSI.

Per contatti telefonare alla segreteria del dipartimento nazionale scuola del Prc ai seguenti numeri, 06.44182257 - 06.44182236 o scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica scuola.prc@rifondazione.it

Gennaro Loffredo
Resp. Naz. Dip. Scuola e Formazione Prc

venerdì 16 gennaio 2009

sondagio rai tg1

riceviamo dal no-gelmini di pontedera la seguente segnalazione!

Carissime,
Carissimi,


Segnalo il link della Rai - TG1 dove è pubblicato un sondaggio sull’orario settimanale previsto per le nuove iscrizioni alla scuola primaria .

http://www.rai.it/dl/tg1/speciali/ContentItem-bc660c0c-6bba-48cb-bb06-003554bb4f82.html
Quattro le opzioni per gli orari settimanali nella scuola primaria previsti dalla circolare del Ministero per l’Istruzione per l’anno scolastico 2009/2010. Per le prime classi sarà introdotto l’insegnante unico di riferimento, che avrà la responsabilità formativa globale dell’alunno. Quale fra questi orari settimanali, secondo voi, concilia meglio le esigenze di una corretta formazione scolastica con quelle della vostra famiglia?

risultati alle ore 18,00:
24 ore 6,87%
27 ore 6,09%
30 ore 35,62%

40 ore 50,91%

In questo momento la pagina web non è raggiungibile, forse saturata ....
Segnalo anche la pagina principale dalla quale raggiungere il sondaggio

mercoledì 14 gennaio 2009

notizie dalla rete - INFO COBAS 14 GENNAIO 2009


1 – LE PRESSIONI DEL MIUR SULLA VALUTAZIONE
2 - ISCRIVERSI ALLA SCUOLA PUBBLICA NELL’ERA DELLA GELMINI
3 - COME DIFENDERSI DA CLASSI TROPPO AFFOLLATE?
4 - FIRMATA LA PREINTESSA SUL CONTRATTO: UNA MISERIA MENTRE LA CRISI IMPERVERSA
5 - 17.01.09, ROMA - MANIFESTAZIONE NAZIONALE IN SOLIDARIETÀ CON I PALESTINESI
6 - BOICOTTIAMO I PRODOTTI ISRAELIANI
7 - VITTORIA AL PARLAMENTO EUROPEO: BLOCCATA LA DIRETTIVA SULL'ORARIO DI LAVORO

1 – LE  PRESSIONI DEL MIUR SULLA VALUTAZIONE
 
Anche per la valutazione tri-quadrimestrale il Miur sta facendo di tutto per far applicare da subito i suoi malefici provvedimenti nonostante manchino le condizioni normative che li legittimino. È del 11 dicembre scorso la CM n. 100 (si può leggere e scaricare all’url: http://cobasscuolapalermo.files.wordpress.com/2009/01/cm-miur-n-100-11-12-08.pdf) che rende note le novità introdotte dal governo Berlusconi: maestro unico, voto di condotta, adozione libri di testo, valutazione in decimi. La circolare correttamente informa che è nella Gazzetta Ufficiale n. 256 del 31 ottobre 2008 è stata pubblicata la legge n. 169, ma poi aggiunge “Mentre è in corso la loro compiuta definizione [dei documenti necessari all’attuazione della legge], con la presente circolare si forniscono prime informazioni sugli interventi di attuazione della legge in oggetto, soprattutto con riferimento agli articoli che, già nell’immediato, vanno a incidere sulle dinamiche dei quotidiani processi di insegnamento e di apprendimento”.
Appare evidente la scorrettezza del Miur nell’usare espressioni ambigue (“già nell’immediato, vanno ad incidere sulle dinamiche dei quotidiani processi di insegnamento”) aventi il solo scopo di indurre le scuole e i docenti ad applicare fin da subito una legge i cui regolamenti non sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e, pertanto, non hanno alcun valore giuridico.
Ribadiamo che la normativa gelminiana si riferisce esclusivamente alla valutazione “periodica e finale”: le scelte relative alla valutazione in itinere sono e restano prerogativa e responsabilità delle scuole e dei docenti. Inoltre è tuttora vigente un ampio repertorio normativo sulla valutazione orientata su criteri diversi da quelli del Miur.
La questione della valutazione non è qualcosa di formale ma che incide nella sostanza dei processi di insegnamento/apprendimento.
Intanto occorre notare che incentrare l’attenzione sulla sostituzione dal giudizio al voto, è solo un espediente per mortificare la valutazione riducendola al solo esito conclusivo, ignorando quanto di ben più significativo avviene mentre gli alunni imparano.
Una corretta valutazione dei processi di insegnamento/apprendimento:
  • è relativa, dinamica, tiene conto dei livelli di partenza e delle situazioni contestuali;
  • valuta gli apprendimenti e non formula giudizi sulle persone alle quali attribuire voti;
  • sintetizza l’osservazione e la rilevazione dei processi e la verifica di ogni evento che si presta a essere valutato, accompagnandola con descrizioni che la spieghino;
  • agisce da feed-back, stimola e guida le riflessioni e le autovalutazioni da parte dell’allievo sui propri processi di apprendimento, promuovendo la riflessione metacognitiva;
  • è coerente con una didattica laboratoriale e cooperativa, che richiede un atteggiamento attivo degli alunni;
  • è incompatibile con tutti i sistemi di valutazione delle competenze.
In conseguenza di tutto ciò, una valutazione descrittiva è preferibile alla sola misurazione di conoscenze o di prestazioni e alla conseguente espressione quantitativa, comunque sia espressa. Per cui invitiamo le scuole e i docenti a continuare a usare le pratiche di valutazione qualitativa e descrittiva, attenta ai ritmi di crescita e alla complessità dei processi di apprendimento, rispettosa delle diversità e delle differenze.


2 - ISCRIVERSI ALLA SCUOLA PUBBLICA NELL’ERA DELLA GELMINI
Il Cesp di Bologna ha preparato un breviario di autodifesa per genitori e insegnanti alla vigilia delle iscrizioni. Il governo ha varato nei mesi scorsi leggi che prevedono ingenti tagli e i cambiamenti organizzativi (maestro unico, ecc.) che permettono questi tagli. Mancano ancora però i regolamenti attuativi e per questo il governo ha spostato di un mese il termine delle iscrizioni (28 febbraio).
Poiché queste trasformazioni della scuola avrebbero un effetto distruttivo sulla sua qualità e ridurrebbero moltissimo i diritti dei genitori, è importante organizzarsi per esercitare il massimo di tutela fin dai prossimi giorni in occasione delle riunioni di presentazione delle scuole e delle iscrizioni. Ovviamente questo passaggio è cruciale per i genitori dei nuovi iscritti alle classi prime, ma in questo momento di lotta contro la riforma riguarda tutti i genitori, anche quelli degli iscritti alle classi intermedie che non rimarrebbero certamente immuni dalle ricadute dei tagli.
Si può consultare e scaricare il breviario all'url:
http://www.cespbo.it/testi/2008_5/breviario_iscrizioni.htm

3 - COME DIFENDERSI DA CLASSI TROPPO AFFOLLATE? 
I Cobas scuola e il Cesp di Venzia hanno preparato un utile vademecum sulla formazione delle classi in rapporto alla normativa antincendio, sicurezza, standard edilizi ed urbanistici, per contrastare che si costituiscano classi con un numero di alunni abnorme.

4 - FIRMATA LA PREINTESSA SUL CONTRATTO: UNA MISERIA MENTRE LA CRISI IMPERVERSA
Il 17/12/08 è stata firmata l'ipotesi di Ccnl tra governo e i sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda. In realtà il governo si è limitato a comunicare a cinque sindacati (i quattro firmatari più la Cgil, che non ha siglato) la miseria che era disposto a concedere a docenti ed Ata, precisando che non ci sarebbe stata alcuna trattativa; dunque prendere o lasciare, e quattro sindacati concertativi su cinque hanno "preso".
Ma cosa esattamente? Una miserabile elargizione che sarebbe stata offensiva comunque, ma che diviene grottesca e provocatoria quando i salariati e i settori popolari stanno per essere investiti da una crisi economica senza precedenti.
Invece di restituire a docenti ed Ata almeno una parte del furto salariale imposto negli ultimi due decenni (perdita del potere di acquisto di almeno il 20% - vedi tabella sottostante), l'intesa prevede un aumento dello 0,4%, circa 8 euro mensili, per l'intero 2008, e un aumento del 3,2%, circa 62 euro mensili, per il 2009. Si tratta di valori medi rispetto alle varie posizioni stipendiali, al lordo delle trattenute irpef e previdenziali.
Tutto ciò significa che:
a) per il 2008 l'aumento di 8 euro (0,4%) dovrebbe recuperare il 3,8% di inflazione calcolato dall'Istat per lo scorso anno. Come già successo nel 2006, si salta un anno, con il pagamento della sola indennità di vacanza contrattuale – ivc, rendendo di fatto già triennale il Ccnl;
b) per il 2009 l'intesa ipotizza “nessun aumento dei prezzi”, basandosi sull'inflazione programmata dal governo per gli anni 2008-09. Tale dato, 3,2%, è peraltro inferiore dello 0,6% a quanto già registrato dall'Istat per il solo 2008.
È ora che si volti pagina e che le retribuzioni tornino a crescere realmente, perciò è necessario continuare scioperi e mobilitazioni su una piattaforma economica che preveda:
- un aumento di 300 euro mensili, per il parziale recupero della perdita di potere d'acquisto dei salari, che confluisca nello stipendio base;
- reintroduzione di un automatismo che mantenga in linea gli stipendi con l'aumento dei prezzi (nuova scala-mobile);
- conglobamento del compenso individuale accessorio per gli Ata e della retribuzione professionale docente nello stipendio base tabellare.
Scarica questo testo sul contratto impaginato come un volantino all'url:

5 - 17.01.09, ROMA - MANIFESTAZIONE NAZIONALE IN SOLIDARIETÀ CON I PALESTINESI

È stata convocata nella capitale per sabato 17 gennaio da una larghissima coalizione di associazioni e forze politiche una manifestazione nazionale di solidarietà con il popolo palestinese massacrato a Gaza dalle forze armate israeliane. Dopo la prima giornata di mobilitazione nazionale che ha già visto le piazze di quindici città italiane riempirsi di manifestanti a sostegno dei palestinesi lo scorso sabato 3 gennaio, la rete di associazioni attiva da anni per la Palestina ha deciso di passare ad un appuntamento centrale nella capitale politica del paese per far pesare l’indignazione verso il massacro a cui sono sottoposti i palestinesi a Gaza e la condanna della politica filo-israeliana adottata dal governo e – con poche eccezioni - dalla “politica” italiana.
Ridotti all’osso ma determinati gli obiettivi della manifestazione nazionale del 17 gennaio: “Fermare il massacro dei palestinesi a Gaza; basta con l’impunità per il terrorismo di stato israeliano; rompere ogni complicità politica, diplomatica, militare ed economica tra Italia e Israele; denuncia di una informazione che uccide le coscienze così le bombe uccidono le persone”.
Alla manifestazione partecipano sia le associazioni storiche della solidarietà con i palestinesi (dal Forum Palestina alle associazioni di amicizia con la Palestina di Firenze, Cagliari, Bologna, Viareggio), i coordinamenti Free Palestine di Torino, Napoli e di Pisa, i sindacati di base RdB/CUB e Cobas, i centri sociali ma ci saranno anche le comunità degli immigrati, siano esse musulmane o no, e gruppi di cristiani di base. Tra le forze politiche PRC, PdCI, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, PCL.

 6 - BOICOTTIAMO I PRODOTTI ISRAELIANI
 
 
Non compriamo prodotti provenienti da Israele. Al supermercato, nei negozi, nei mercati controlliamo la provenienza dei prodotti da acquistare. Se il codice a barre riporta il numero 729 significa che provengono da Israele e quindi conviene evitare di comprarli.
Cominciamo a togliere qualche arma a chi ne sgancia a tonnellate sulla popolazione palestinese.
 

7 - VITTORIA AL PARLAMENTO EUROPEO: BLOCCATA LA DIRETTIVA SULL'ORARIO DI LAVORO
Strasburgo, 17 dicembre 2008 - «Con una serie di voti a maggioranza qualificata, oltre 400 voti, il Parlamento Europeo ha approvato diversi emendamenti che modificano in profondità il testo proposto dalla Commissione Europea e dal Consiglio: è stata cancellata la possibilità di prorogare fino alle 65 ore l'orario di lavoro.
Non solo é stata bocciata quindi l'estensione del prolungamento dell'orario di lavoro anche con accordi individuali ma questo dovrà essere cancellato, nelle nazioni dove è già attivo, entro 36 mesi.
È stato riconosciuto come tempo di lavoro il tempo di guardia (ad esempio per il personale sanitario, i vigili del fuoco e tante altre categorie) in sintonia con quanto stabilito dalla Corte Europea e in contrasto con quanto chiesto dal Consiglio.
Più in generale é stato bocciato il tentativo di distruggere gli accordi collettivi e quindi di portare un profondo attacco alle organizzazioni sindacali.
Ora il testo così emendato sarà sottoposto alla discussione congiunta della Commissione, del Consiglio e del Parlamento rappresentato dal relatore (il cosiddetto "comitato di conciliazione"). In quella sede o Commissione e Consiglio accetteranno un testo che tiene conto degli emendamenti votati dal Parlamento, oppure, in assenza di un accordo sarà destinata a decadere; anche in previsione della conclusione della legislatura.

Per approfondire e tenersi aggiornati sui temi della scuola:

www.cobas-scuola.it

www.cespbo.it

www.cobasscuolavenezia.it

Roma 17/1 Convegno nazionale sulla scuola

"Per la Scuola della Repubblica"

Contro la scuola di regime:

per la scuola della Costituzione

17 gennaio 2009 0re 9.30-17

Roma, Sala Kirner via Ippolito Nievo, 35,

(V.le Trastevere, tram n. 8 da L.go Argentina)


Ore 9.30 Introduzione (Antonia Sani)

La politica del governo Berlusconi: non solo tagli ma destrutturazione e decostituzionalizzazione della scuola statale (Corrado Mauceri)

Le linee anticostituzionali delle politiche governative (Domenico Gallo).

Laicità della scuola statale e divieto di finanziamento pubblico alle scuole private (Furio Colombo)

Ieri e oggi per la scuola della Costituzione:

Coordinamenti anti Gelmini, (Simonetta Salacone), L'Onda lunga (Roberto Jovino)

Attualità della proposta di legge d'iniziativa popolare (Barbara Pianta Lopis)


Ore 11.30 dibattito

Ore 14. Il disegno di Legge Aprea: verso la privatizzazione (Pino Patroncini)

La scelta classista della politica governativa sull'obbligo scolastico e il problema della dispersione (Marina Boscaino)

Ore 15. dibattito interventi

ore 16.30 La lotta continua (Bruno Moretto )

Hanno assicurato un loro intervento:

Chiara Acciarini (Sinistra Democratica); Piergiorgio Bergonzi (Pdci); Paolo Chiappe (ecole); Gigliola Corduas (Fnism); Luca De Zolt (Rete studenti medi); Marco Donati (Rete scuole - Milano); Loredana Fraleone (Prc); Roberto Longo (Movimento veneziano per la Scuola pubblica); Maria Mantello (Coordinamento Scuole Roma nord-ovest); Domenico Pantaleo (FLC- CGIL); Roberta Roberti (La scuola siamo noi - Parma); Francesca Scatolini (Comitato genitori-insegnanti - Fiesole); Ermanno Testa (Cidi); Walter Tocci (deputato PD); Maurizio Turco (deputato radicale della Lista PD)

Aderiscono all'iniziativa

Ass. Naz. Libero pensiero Giordano Bruno; Ass. XXXI Ottobre; Comitato Insegnanti Precari; Comitato torinese per la laicità della scuola; Manifesto dei 500

per informazioni scuolarep@tin.it

Roma 17/1 Convegno nazionale sulla scuola

"Per la Scuola della Repubblica"

Contro la scuola di regime:

per la scuola della Costituzione

17 gennaio 2009 0re 9.30-17

Roma, Sala Kirner via Ippolito Nievo, 35,

(V.le Trastevere, tram n. 8 da L.go Argentina)


Ore 9.30 Introduzione (Antonia Sani)

La politica del governo Berlusconi: non solo tagli ma destrutturazione e decostituzionalizzazione della scuola statale (Corrado Mauceri)

Le linee anticostituzionali delle politiche governative (Domenico Gallo).

Laicità della scuola statale e divieto di finanziamento pubblico alle scuole private (Furio Colombo)

Ieri e oggi per la scuola della Costituzione:

Coordinamenti anti Gelmini, (Simonetta Salacone), L'Onda lunga (Roberto Jovino)

Attualità della proposta di legge d'iniziativa popolare (Barbara Pianta Lopis)


Ore 11.30 dibattito

Ore 14. Il disegno di Legge Aprea: verso la privatizzazione (Pino Patroncini)

La scelta classista della politica governativa sull'obbligo scolastico e il problema della dispersione (Marina Boscaino)

Ore 15. dibattito interventi

ore 16.30 La lotta continua (Bruno Moretto )

Hanno assicurato un loro intervento:

Chiara Acciarini (Sinistra Democratica); Piergiorgio Bergonzi (Pdci); Paolo Chiappe (ecole); Gigliola Corduas (Fnism); Luca De Zolt (Rete studenti medi); Marco Donati (Rete scuole - Milano); Loredana Fraleone (Prc); Roberto Longo (Movimento veneziano per la Scuola pubblica); Maria Mantello (Coordinamento Scuole Roma nord-ovest); Domenico Pantaleo (FLC- CGIL); Roberta Roberti (La scuola siamo noi - Parma); Francesca Scatolini (Comitato genitori-insegnanti - Fiesole); Ermanno Testa (Cidi); Walter Tocci (deputato PD); Maurizio Turco (deputato radicale della Lista PD)

Aderiscono all'iniziativa

Ass. Naz. Libero pensiero Giordano Bruno; Ass. XXXI Ottobre; Comitato Insegnanti Precari; Comitato torinese per la laicità della scuola; Manifesto dei 500

per informazioni scuolarep@tin.it

domenica 11 gennaio 2009

consigli dalla rete - COBAS Vademecum formazione classi



In quanti in classe con la Gelmini?

Come difendersi da classi troppo affollate?

Manuale di resistenza umana ai tempi di Tremonti - Gelmini

Lo Schema di Regolamento recante Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, approvato dal Consiglio dei Ministri del 18 dicembre scorso, prevede la formazione delle classi - dall'anno scolastico 2009-10 - con un numero maggiore di studenti per aula.

Lo Schema di Regolamento deve ottenere il parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni e del Consiglio di Stato, per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale come Decreto del Presidente della Repubblica, prima di diventare norma a tutti gli effetti, ma è bene prendersi per tempo per valutare la possibilità di autodifendersi.

Dando per scontata la necessità di proseguire la lotta per il ritiro dell'art. 64 della legge 133, il quale sovrintende ai pesanti tagli previsti dai Regolamenti attuativi, proviamo però a vedere se esiste la possibilità di rendere inapplicabili queste norme.

L'aumento generalizzato del numero degli alunni per classe, se da una parte va a peggiorare la qualità dell'offerta didattica ed educativa, rendendo impossibile l'intervento individualizzato, il recupero in itinere e la lotta alla dispersione scolastica, dall'altra rappresenta un attentato al benessere a scuola e alla sicurezza.

I nuovi parametri per la formazione delle classi, infatti, confliggono con le norme previste dal D.M. 18 dicembre 1975 (Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica) e dal D.M. 26 agosto 1992 (Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica).

Scuola per scuola, plesso per plesso, in sede di formazione delle classi, dobbiamo controllare, puntando sulla contraddizione che il Dirigente Scolastico è responsabile dei tagli (comma 5 dell'art. 64 della legge 133) e del rispetto dei parametri relativi alla formazione delle classi conseguenti ai tagli (comma 6 dell'art.4 dello Schema di Regolamento in questione), ma è anche responsabile della sicurezza come datore di lavoro, ai sensi della 626 (ora Decreto Legislativo 81 del 2008).

Ma veniamo al dettaglio.

Costituzione delle classi

Fortunatamente, per l'a. s. 2009/10 (e solo per quest'a.s.) restano confermati i limiti massimi di alunni per classe [iniziale] previsti dal decreto ministeriale 25 luglio 1998, n. 331 e successive modificazioni. Anche se al fine di dare stabilità alla previsione delle classi è consentito derogare (in sede di determinazione dell'organico di fatto N.d.R.), in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto art.6 comma 1 dello Schema di Regolamento

Classi con alunni diversamente abili

Rimane la situazione attuale regolata dalla legge finanziaria 2008 del governo Prodi (art. 2 commi 413 e 414 L. 244/07), in cui erano state fissate le dotazioni organiche dei posti di sostegno. Ricordiamo che la normativa attuale (Dm 141/1999) prevede 20 alunni come massimo con la possibilità di derogare.

È questo uno dei pochi passi indietro del governo perché la bozza precedente del regolamento prevedeva un tetto di 22 alunni.

Numero di alunni:

minimi e massimi

Nella Scuola dell'Infanzia sono 18 e 26 (elevabile a 31-32, considerando eventuali resti e la deroga del 10%) contro quelli attuali di 15 e 25 (elevabili a 30-31).

Alla Primaria si pongono come limiti 15 e 26 (elevabile a 30-31) contro quelli attuali di 10 e 25 (elevabile a 27- 28); il limite minimo è ridotto a 10 alunni per i comuni montani, le piccole isole e le aree con minoranze linguistiche.

Nella Scuola secondaria di primo grado i limiti sono 18 e 27 (elevabile a 31- 32) contro gli attuali 15 e 25 (elevabile a 29-30). Le classi seconde e terze dovranno avere un numero medio di alunni superiore a 19, altrimenti, si ricompongono le classi secondo i limiti minimi e massimi per le prime. Anche per le medie il limite minimo è ridotto a 10 per i comuni montani, le piccole isole e le aree con minoranze linguistiche.

Nelle classi iniziali (prime e terze) della secondaria di secondo grado i limiti sono 27 e 30 (elevabile a 34-35) contro gli attuali 15 e 25 (elevabile a 30 - 31); le classi intermedie dovranno avere un numero medio di alunni superiore a 22, altrimenti si ricompongono secondo i limiti minimi e massimi previsti per le prime.

Solo le classi finali potranno costituirsi con un numero minimo di alunni pari a 10.

E consentita la costituzione di classi iniziali articolate in gruppi di diversi indirizzi di studio, purché le classi stesse siano formate da un numero di alunni complessivamente non inferiore a 27 e il gruppo di alunni di minore consistenza sia costituito da almeno 12 unità.

Come si vede c'è una crescita generalizzata di 2 alunni per classe nel numero massimo rispetto alla situazione attuale. Tale aumento sommato a quello del numero minimo di alunni per classe (circa 3 per classe) porterà a quell'innalzamento del rapporto alunni per classe dello 0,20 previsto dal Piano programmatico con i conseguenti tagli di 6.000 posti (solo per l'anno 2009-10).

Secondo lo Schema di Regolamento le pluriclassi sono costituite con non meno di 8 alunni e non più di 18 nella scuola primaria.

Il D.M. 331/98, prevede invece che le pluriclassi siano costituite con non meno di 6 e non più di 12 alunni. Nella scuola media le pluriclassi dovranno avere al massimo 18 alunni, mentre - sempre il Dm 331/1998 ne prevede 12.

Lo Schema di regolamento peggiora quindi l'attuale situazione, sia nella scuola primaria che nella scuola media.

La conseguenza sarà un maggiore affollamento delle pluriclassi.

Parametri per la formazione delle classi

Ordine
di scuola

n° minimo
alunni per classe

n° massimo
alunni per classe*

deroghe
sui massimi*

Ora

prima

ora

prima

Ora

prima

Infanzia

18

15

26

25

29

28

Primaria

15

10

26

25

27

-

pluriclasse

8

6

18

12

-

-

Secondaria
I grado

18

15

27

25

28

27

Secondaria
II grado

27

25

30

30

-

-

Elaborazione Tuttoscuola

* a partire dal 2010/2011

A questi parametri si deve aggiungere la possibilità di deroga, in sede di definizione dell'organico di fatto, in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto (N.d.R.).

Tutti gli spazi vitali per l'agibilità (e la sicurezza) e chi deve garantirli
Aule normali

(ecco cosa dice ItaliaOggi in una nota del 2/12/2008)
Il massimo affollamento ipotizzabile nelle aule scolastiche è di 26 persone. E in ogni caso, se si tratta di scuole dell'Infanzia, Primarie o Secondarie di primo grado, ogni persona presente deve avere a disposizione 1,80 metri quadri netti.

Il parametro minimo sale a 1,96 metri quadri netti se si tratta di scuole secondarie di II grado.
Il limite massimo di 26 alunni è fissato dal punto 5 del decreto 26 agosto 1992 del Ministero dell'Interno: «Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica». Mentre gli spazi minimi vitali per garantire la funzionalità dei locali scolastici sono contenuti nel Decreto Interministeriale 18 dicembre 1975, emanato dai Ministeri dei Lavori Pubblici e della Pubblica Istruzione.

Va detto subito, peraltro, che quest'ultimo decreto regola una materia che dovrebbe essere regolata con leggi regionali (si veda la legge 23/96). Ma siccome le regioni non hanno ancora provveduto, resta ancora in vigore.

Sono questi i provvedimenti in base ai quali dovrebbero essere rilasciati i certificati di agibilità delle scuole. E che spesso invece non sono rispettati, come denunciano gli stessi dirigenti scolastici.
Il Decreto 26 agosto 1992 dispone che il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone per ogni aula. E qualora le persone effettivamente presenti dovessero essere in quantità maggiore, l'indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell'attività. La norma non indica il soggetto qualificato come titolare dell'attività. Nel silenzio della norma, dunque, è ragionevole ritenere che esso debba essere individuato nell'ente proprietario dell'edificio scolastico. E dunque, nel caso si tratti di scuole dell'infanzia, primarie o secondarie di I grado dovrebbe essere individuato nel Comune. Mentre per le scuole superiori dovrebbe essere
la Provincia. Tanto più che l'ente locale partecipa anche al procedimento per dimensionare le istituzioni scolastiche, che tiene conto del numero degli alunni e delle aule disponibili. Resta il fatto che il decreto ministeriale parla espressamente di responsabilità in capo al titolare dell'attività, che non sia in grado di assicurare il servizio nei termini fissati dalla normativa antincendi.

Quanto allo spazio vitale per assicurare la funzionalità didattica delle aule, il testo di riferimento è il Decreto Interministeriale 18 dicembre 1975. La normativa prevede che per ogni alunno di scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado debba essere garantita un'area netta di
1,80 metri quadri. Per le scuole superiori, invece, sono necessari 1,96 metri quadri. Questi spazi, peraltro, non fanno riferimento solo agli alunni, ma si riferiscono genericamente ad ogni persona presente nell'aula.

Secondo le disposizioni ministeriali, ogni edificio nel suo complesso ed ogni suo spazio o locale deve essere tale da offrire condizioni di abitabilità soddisfacenti per tutto il periodo di durata e di uso, malgrado gli agenti esterni normali. E queste condizioni di abitabilità debbono garantire anche l'espletamento di alcune funzioni in caso di agenti esterni anormali. Le condizioni di abitabilità possono essere raggruppate come segue. In primo luogo le condizioni acustiche (livello sonoro, difesa dai rumori, dalla trasmissione dei suoni, dalle vibrazioni ecc.). Poi, vanno garantite adeguate condizioni termoigrometriche e purezza dell'aria (livello termico, igrometria, difesa dal caldo e dal freddo, dall'umidità, dalla condensazione ecc.). E in più le condizioni di sicurezza (statica delle costruzioni, difesa dagli agenti atmosferici esterni, dagli incendi, dai terremoti ecc.). A ciò vanno aggiunti anche una serie di condizioni d'uso dei mezzi elementari (per esempio le finestre) e la relativa manutenzione.

Carlo Forte

ItaliaOggi Azienda Scuola del 2/12/2008

Aggiungiamo che secondo il D.M. del 18 agosto 1975, il limite minimo di altezza delle aule deve essere di almeno 3,00 metri.


Quindi il limite di persone presenti in un aula, ai sensi della normativa sulla prevenzione incendi è di 26 unità, compreso il docente.

E evidente che, se solo per le classi iniziali delle superiori (prime e terze) è previsto un numero minimo di 27 alunni, e se per quelle intermedie non si arriva al numero medio di 22 si passa allo scorporo e alla nuova formazione delle classi intermedie con un numero minimo di 27, si andrà di sicuro fuori norma rispetto alla sicurezza antincendio e agli spazi vitali per l'agibilità.

Su questo si tratterà di coinvolgere gli studenti, i genitori, gli enti locali sulla questione più generale del benessere a scuola e della sicurezza.

L'anno scorso lo S.N.A.L.S. di Venezia presentò un esposto sulla questione delle classi formate con un numero superiore ai 25 alunni, proprio in base al punto 5.0 (massimo affollamento ipotizzabile: 26 persone/aula) del Decreto 26 agosto 1992 sulla prevenzione incendi per l'edilizia scolastica.

L'ufficio Scolastico Regionale per il Veneto rispose con un parere del Ministero dell'interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile Direzione Centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica Area prevenzione incendi.

In tale parere i VV.FF. sostengono che il punto 5.0 prevede la possibilità di adottare indici diversi purché il titolare responsabile dell'attività sottoscriva apposita dichiarazione.

D'altra parte prosegue la nota dei VV.FF -, ai fini della sicurezza antincendi, condizione fondamentale per garantire un sicuro esodo dalle aule in caso di necessità è che queste ultime dispongano di idonee uscite come prescritto al punto 5.6 del citato decreto. A fronte di tale condizione cautelativa, un modesto incremento numerico della popolazione scolastica per singola aula, consentito dalle norme di riferimento del Ministero della Pubblica Istruzione, purchè compatibili con la capacità di deflusso del sistema di vie di uscita, non pregiudica le condizioni generali della sicurezza. (Prot. n. P480/4122 sott. 32 del 6 maggio 2008 del Ministero dell'interno Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica area prevenzione incendi) -

Un modesto incremento numerico della popolazione scolastica per singola aula, con i nuovi parametri per la formazione delle classi, comincia ad ammontare, per alcuni casi, anche a 7/8 unità. Ma, a parte questo, ci risulta strano che i VV.FF. consentano questa indeterminatezza, quando si passa a tagliare pesantemente il servizio scolastico.

Se, infatti, un privato qualsiasi intende organizzare una mostra, un piccolo evento, una rappresentazione teatrale od una proiezione, nel caso sia previsto un affollamento massimo in contemporanea di oltre 99 unità, si è soggetti ad una rigidissima normativa antincendio relativa ai pubblici spettacoli. Se le persone presenti in contemporanea sono 102 o 103 il limite dei 99 rimane, non è che si parla di modesto incremento numerico.

Per le aule scolastiche però il limite, da 26, passa anche a 35 senza che si rispettino le norme antincendio?

Tutto questo quando nel nuovo Testo Unico - DLgs 81/08 - TESTO UNICO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO, che sostituisce ed integra la 626, - la scuola è indicata come luogo privilegiato per promuovere la cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto attraverso l'attivazione di percorsi formativi interdisciplinari (art. 11) in ogni ordine di scuola.

Tutto quello che succede a scuola dovrebbe essere di esempio per quanto succede nella vita sociale, ma quando si deve tagliare sugli organici ed espellere definitivamente i precari dalla scuola, si formano classi con un indice di affollamento intollerabile per la sicurezza.

Vediamo in ogni modo cosa dice il punto 5.6 del Decreto del Ministero dell'Interno del 26 agosto 1992 relativo alle norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica:

5.6. Numero delle uscite.
Il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti.
Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l'informazione ed attività parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli (un modulo corrisponde a 60 cm., larghezza necessaria per l'esodo di una persona in sicurezza ' N.d.R.)
, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro.
Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 ed aprirsi in senso dell'esodo quando il numero massimo di persone presenti nell'aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5.
Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.


In definitiva, secondo le norme antincendio, è possibile che in un'aula ci siano più di 26 persone previste al punto 5.0 del citato D.M., ma bisogna che l'ente locale proprietario del plesso scolastico sottoscriva apposita dichiarazione e, soprattutto, che ci sia un foro/porta di almeno 120 cm. di luce che si apra nel senso dell'esodo, possibilmente dotata di serramento con maniglione antipanico a norma, per consentire un sicuro esodo in caso di evacuazione.


Aule speciali

Le Tabelle da 5 ad 11 allegate al D.M. 18 dicembre 1975 definiscono gli indici standard di superficie netta per alunno nelle varie tipologie di scuole (materne, elementari, medie, superiori -distinte per liceo classico, liceo scientifico, istituto magistrale, istituti tecnici commerciali, istituti tecnici per geometri - . Questo per le attività didattiche (normali e speciali), per le attività collettive e complementari.

Per i tipi di scuole e di istituti non contemplati si fa riferimento, in quanto applicabili, alle disposizioni di cui alle norme per gli istituti analoghi.

Nelle medesime tabelle sono inoltre indicati il tipo e il numero dei locali, per alcuni dei quali sono fissate le dimensioni ottimali.

Per esempio per il liceo classico sono previste aule di fisica e di chimica di 180 metri quadri, aule di disegno di 100 metriquadri per i licei scientifici, aule di 125 metriquadri di disegno tecnico e architettonico per gli istituti per geometri. Questo naturalmente perché le aule speciali richiedono spazi per arredi ed attrezzature particolari.

Laboratori

I laboratori scolastici sono assimilati a luoghi produttivi (e gli allievi ai lavoratori), per cui devono rispondere ai requisiti indicati nell'art. 33 del D.Lgs 626/94 (ora sostituito dal D.Lgs 81/2008): l'altezza non deve essere inferiore ai 3 ml., la cubatura non inferiore a mc. 10 per lavoratore-allievo, ogni lavoratore-allievo deve disporre di una superficie di almeno 2 mq. E opportuno che le macchine siano disposte in modo tale da garantire un sufficiente spazio di manovra e di passaggio.

I locali destinati a laboratorio devono essere ubicati fuori terra oppure, se interrati o seminterrati, devono avere la deroga come previsto dall'art 8 del DPR 303/56, concedibile dagli SPISAL, solo per provate esigenze tecnologiche legate alla lavorazione.

Nei laboratori devono essere garantite sufficienti condizioni di illuminazione e ricambio dell'aria (almeno una superficie aero/illuminante pari ad 1/10 della superficie di calpestio).

Le porte devono consentire una rapida uscita e devono aprirsi agevolmente verso le vie di esodo. In presenza di rischio di incendio o di esplosione, la larghezza minima delle porte dovrà essere pari ad almeno 1.20 metri.

Nei laboratori devono essere rigorosamente rispettate la segnaletica di sicurezza e le norme antinfortunistiche previste dal DPR 547/55.

Come procedere?


E evidente che lo Schema di Regolamento lascia spazi per contrapporci, scuola per scuola, alla sua attuazione, proprio adducendo le normative sul benessere a scuola e sulla sicurezza.

Certo che, a monte di tutto, cè l'art. 64 della legge 133 con i tagli previsti e contabilizzati, con tanto di clausola di salvaguardia, quindi lo scontro non può dirsi concluso fintantoché tale articolo non sarà abrogato.

E non è detto che il movimento non riprenda con vigore la protesta costringendo il governo a recedere. I segnali della mezza marcia indietro, con la possibilità di scelta alla primaria di altri moduli orari, oltre al maestro unico sulle 24 ore, il rinvio all'anno prossimo per i nuovi ordinamenti delle superiori, ci indicano che ci sono ancora dei margini.

Lo scontro sarà lungo e difficile e dovrà durare tutto l'anno scolastico.

Intanto a gennaio/febbraio lo scontro dovrà svolgersi scuola per scuola, per attendere altre settimane di mobilitazioni massificate più in avanti.

Dopo le pre - iscrizioni, che quest'anno le famiglie devono presentare entro il 28 febbraio, i Dirigenti Scolastici mandano i dati agli U.S.P. per la proposta di formazione delle classi.

Non ci sono margini di trattativa naturalmente tra R.S.U. e D.S., comunque la R.S.U. ha diritto ad essere informata dal Dirigente, quindi la parola d'ordine è vigilare sui dati che il dirigente trasmetterà, anche per evitare D.S. più realisti del Re che si auto-aumentano gli alunni per classe per fare bella figura con l'U.S.R..

Ad esempio, nella secondaria di secondo grado ' secondo lo Schema di Regolamento -, la previsione del numero delle classi iniziali dovrà essere formulata dividendo per 27 il numero complessivo degli alunni preiscritti, tenendo conto dei seguenti elementi di valutazione:

a) domande di iscrizione presentate;

b) eventuale scostamento tra le iscrizioni e il numero degli studenti effettivamente frequentanti ciascuna scuola nei precedenti anni scolastici;

c) serie storica dei tassi di non ammissione alla classe successiva;

d) ogni altro elemento obiettivamente rilevabile derivante da nuovi insediamenti urbani, tendenze demografiche, livelli di scolarizzazione, istituzione di nuove scuole e nuovi indirizzi di specializzazione. (art. 18 dello Schema di Regolamento)

E' necessario quindi un controllo dal basso dei calcoli e delle proposte del D.S. all'Amministrazione di livello superiore.

In presenza di alunni diversamente abili, di norma, le classi iniziali delle scuole di ogni ordine e grado dovranno essere costituite da non più di 20 alunni: bisogna vigilare che questo di 'norma'sia effettivo.

Poi c'è la questione della sicurezza.

E pensare che l'art. 11 del decreto DLgs 81/08 (che sostituisce integrandola la 626), prevede l'«inserimento in ogni attività scolastica di specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza nel rispetto delle autonomie scolastiche». Per la realizzazione di tali attività sono previsti finanziamenti ministeriali che potranno essere integrati con «risorse disponibili degli istituti».

L'inserimento nei POF di una progettualità mirata a promuovere il coinvolgimento di docenti e allievi in percorsi che pongano al centro il tema della sicurezza, è cosa auspicata dal Testo Unico stesso.

Quindi prevedere in ogni scuola la costituzione di gruppi di lavoro tra docenti, studenti e genitori che portino avanti un monitoraggio della situazione degli spazi scolastici (fatto che potrebbe avvenire anche all'interno della didattica nelle scuole superiori, con classi coinvolte in un lavoro di rilievo e misurazione dei locali), non è certo da escludere.

Tali gruppi di lavoro, potrebbero indire assemblee aperte con i genitori, con gli enti locali proprietari, allo scopo di aprire vertenze territoriali sull'edilizia scolastica sicura, da contrapporre alla logica perversa di Tremonti/Gelmini sull'aumento degli alunni per classe.

I Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.), previsti dalla 626 ed eletti dal personale, dovrebbero avere un ruolo preciso in questo gruppi di lavoro, così come il Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.).

Insomma nelle scuole ci di dovrebbe riappropriare di questi strumenti previsti dalla normativa sulla sicurezza.

I Collegi Docenti potrebbero programmare attività sulla sicurezza, dai corsi di informazione/formazione retribuiti, volti proprio al controllo dal basso della sicurezza nella scuola.

Non deve passare quanto si è concretizzato in questi anni sulla questione: si parla di sicurezza, ma quando si deve praticarla effettivamente non s'investe con risorse adeguate e succedono poi tragedie quali quella di Torino di qualche mese fa, quando un ragazzo ha perso la vita in una sede scolastica fatiscente.

Ad esempio, in un manuale usato per i corsi di formazione per i preposti alla sicurezza, a cura della Regione Toscana e della Regione Veneto, Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto (Gestione del sistema sicurezza e cultura della prevenzione nella scuola ' pubblicato nel gennaio 2006) a pag. 53 è riportato:

'Affollamento. L'eccessivo affollamento è uno stato generalizzato nelle scuole italiane. Le indicazioni contenute nei Decreti Ministeriali 331/98 e 141/99 sulla formazione delle classi non tengono infatti conto delle norme sulla prevenzione incendi per l'edilizia scolastica emanate con decreto del Ministero dell'Interno del 26/8/92. Questa situazione, non modificabile da parte del personale della scuola, dovrà essere presa in considerazione come fattore di rischio e indicata nel documento di valutazione dei rischi'.

Insomma quello dell'affollamento delle aule secondo gli enti preposti alla salute e alla sicurezza dovrebbe essere un dato ineluttabile, un rischio calcolato, di cui tenerne conto nell'elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.) previsto dalla 626 per i posti di lavoro.

Noi non possiamo rassegnarci all'ineluttabilità dei tagli alle risorse e agli organici nell'istruzione, con il peggioramento delle condizioni per fare una buona e sicura scuola.

Per noi il rischio calcolato, anche dal punto di vista educativo, non può esistere.

Dobbiamo tendere al rischio zero.

Dobbiamo, con l'iniziativa di informazione e di lotta, lavorare per disapplicare le norme sulla formazione delle classi previste dallo Schema di Regolamento. Questo per strappare numeri umani di allievi per classe e contrastare l'eccessivo affollamento per aula, primo grave problema legato alla evacuazione in caso di incendio e pericolo.

Certo siamo nella logica della riduzione del danno. Quando le dotazioni organiche complessive sono definite annualmente sia livello nazionale che per ambiti regionali, predeterminate centralmente mediante Decreti Interministeriali, c'è il pericolo che qualche istituzione scolastica riesca a strappare condizioni più vantaggiose in termini di classi ed organici, magari a scapito di un'altra scuola che non ci riesce, perché quello che conta per l'Amministrazione sono le medie e il tetto definito per gli organici.

Ma noi dobbiamo puntare che ogni situazione riesca a costruire un rapporto di forza vincente con una mobilitazione radicata, che faccia saltare medie, indici e parametri che l'Amministrazione si è data.

Certo che questo non significa che rinunciamo alla battaglia generale per l'abrogazione dell'art. 64 della legge 133 e che ci rassegniamo a gestire l'esistente scuola per scuola.

Dobbiamo tenere insieme la resistenza per la riduzione del danno e la lotta generale contro lo smantellamento della scuola pubblica, e - aggiungiamo noi - l'iniziativa per il Per.

Non siamo solo per il No, dobbiamo confrontarci con quale scuola vogliamo, nell'ottica dell'autorifoma dal basso del sistema di istruzione e formazione.

Pisa, 11 gennaio 2009



COBAS - Comitati di Base della Scuola

della provincia di Pisa

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