venerdì 20 marzo 2009

Nota dell’Associazione Europea per l’Educazione economica AEEEItalia sulla presenza dell’economia e delle scienze sociali nella scuola italiana

AEEE
ASSOCIATION OF EUROPEAN ECONOMICS EDUCATION
ASSOCIAZIONE EUROPEA PER L’EDUCAZIONE ECONOMICA
AEEE-Italia c/o OPPI


Organizzazione per la Preparazione Professionale degli Insegnanti

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Nota dell’Associazione Europea per l’Educazione economica AEEEItalia
sulla presenza dell’economia e delle scienze sociali nella scuola
italiana

1. In relazione all’avvio dei nuovi sei Licei e al riordino degli Istituti tecnici e
professionali, previsti per l’anno scolastico 2010/2011, può e deve aprirsi una fase
di riflessione nel merito dei principi e delle impostazioni disciplinari e curricolari
richieste da questo processo. Il ridisegno in Italia del sistema scolastico secondario
superiore potrà essere adatto ai tempi e durare nel tempo se sarà basato su di
un’architettura ben meditata.

2. L’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia, la principale
associazione italiana di docenti di economia politica, economia aziendale e di
diritto, intende con questa nota esprimere alcune proprie riflessioni sugli aspetti
relativi alle discipline che formano oggetto delle propria attività associativa. Queste
osservazioni prendono le mosse dal contesto economico, sociale e politico sia
interno al nostro paese che internazionale. Se la situazione è densa di incognite, a
maggior ragione essa impone una dotazione di competenze particolarmente solide,
tali da garantire la capacità di ciascuna persona di effettuare le scelte fondamentali
per costruire i propri percorsi di vita e di lavoro.

3. Le discipline su cui si esercita l’attività dell’AEEE-Italia costituiscono il grappolo
delle scienze sociali moderne, si fondano sulla più forte di esse, l’economia,
comprendono economia politica, economia aziendale, diritto, oltre ad altre scienze
sia sociali (come sociologia, geografia economica ed altre) che quantitative
(statistica, econometria, metodi quantitativi ed altre). Questo grappolo di discipline
può dare un contributo significativo alla definizione delle competenze comuni di
cittadinanza. Vale la pena ricordare a questo proposito che la Raccomandazione
del Parlamento europeo del dicembre del 2006, comprende tra le competenze
chiave per l’apprendimento permanente, quelle “sociali e civiche” e quelle dello
“spirito di iniziativa e imprenditorialità”. Nella loro descrizione numerosi sono i
riferimenti alla comprensione della dimensione socioeconomica, agli aspetti dello
sviluppo socioeconomico e alla necessità di una conoscenza generale del
funzionamento dell’economia.

A sua volta in Italia il Decreto Ministeriale del 22 agosto 2007, relativo agli
adempimenti dell’obbligo di istruzione, ed i documenti ad esso allegati definiscono
la presenza dell’asse storico-sociale e declinano tra le competenze quelle di
“riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi
nel tessuto produttivo del proprio territorio”.

4. In numerosi paesi europei ed extra-europei queste considerazioni hanno da tempo
determinato la presenza dell’economia e delle altre scienze sociali all’interno dei
sistemi scolastici nazionali, non solo negli indirizzi tecnici-professionali ma anche in
quelli generalisti-liceali. E’ proprio l’inserimento della cultura economica nei licei,
come accade in quelli francesi ed inglesi, la loro maggiore diffusione in corso in
quelli spagnoli e tedeschi, l’educazione alla cittadinanza che prende corpo in tutto il
continente europeo, che fanno capire quanto questo grappolo di discipline stia a
cuore alle popolazioni ed alle loro istituzioni, allo scopo di favorire concezioni e
pratiche di cittadinanza attiva e responsabile. I licei e le scuole non terminali
fondate sull’economia sono diffuse e popolari, al loro interno i giovani europei
riescono a porre domande e a cercare risposte su questioni attuali che gli altri licei,
fondati su differenti assi culturali, non sono in grado di offrire.

5. Questo grappolo di discipline ha avuto una vita piuttosto difficile nell’ultimo
decennio nella scuola italiana. Il tentativo della riforma Moratti (decreto legislativo n.
226 del 2005) di un nuovo liceo economico aveva generato un ibrido mal riuscito in
cui convivevano e si scontravano cultura generale e cultura tecnico - professionale.
La sua successiva abrogazione durante il ministero Fioroni, avvenuta con l’art. 13
della legge 2 aprile 2007, non ha visto riaprirsi ma semmai chiudersi l’ipotesi di una
cultura economica in grado di avere un ruolo significativo nei licei italiani.
Un velo di silenzio è sceso sul possibile ruolo dell’economia e delle altre scienze
sociali nel quadro disciplinare dei licei italiani.

6. L’AEEE-Italia vuole contribuire a sollevare questo velo di silenzio.
Si segnala a questo proposito il contributo che l’Associazione ha dato al recente
libro “Cultura economica nei licei” pubblicato da Franco Angeli nella collana dell’ex-
IRRE Lombardia (ora Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica
della Lombardia).
Si sottolinea l’avvio di significative iniziative da parte delle più importanti istituzioni
bancarie e finanziarie italiane, tra le quali la Banca d’Italia, l’Osservatorio Giovani-
Editori, gruppi bancari quali Intesa Sanpaolo, gruppi assicurativi e alcuni tra i
principali quotidiani italiani, tra i quali Il Corriere della Sera ed Il Sole 24 Ore,
l’attenzione dedicata da un Focus del Corriere della Sera nello scorso luglio
all’economia e alla finanza nei licei. Questi enti hanno messo nelle loro agende la
creazione di spazi per la cultura finanziaria ed economica nei licei e in tutte le
scuole italiane, per ricreare un clima di fiducia tra i cittadini e le istituzioni finanziarie
e per iniziare a colmare l’asimmetria tra la carente cultura economica dei cittadini e
dei giovani da una parte e quella degli operatori del settore dall’altra. Clima di
fiducia che è una delle componenti indispensabili per fronteggiare l’attuale crisi
economica. L’Associazione cercherà di contribuire alla diffusione e al successo di
tutte le iniziative locali o nazionali che si muoveranno in questa direzione.

7. Tra gli operatori scolastici dei bienni liceali di indirizzi sperimentali dove l’economia
e i diritto hanno trovato parziale accoglienza, sussistono diffuse preoccupazioni
sulla minore presenza di questa area di discipline in base alle bozze di regolamenti
in corso di discussione a livello ministeriale. Nella Relazione illustrativa allo
“Schema di Regolamento recante norme concernenti il riordino dei licei” si afferma
che gli elementi di diritto ed economia (discipline individuate come obbligatorie a
scelta) sono discipline “pur importanti ai fini della personalizzazione, ma non sono
state ritenute decisive e irrinunciabili”. Su questo punto l'AEEE-Italia esprime un suo
diverso convincimento: l'economia, il diritto, le altre scienze sociali costituiscono
competenze basilari per la moderna cultura di cittadinanza.
L’articolo 1 della legge n.169/2008 ha aperto nei licei anche la strada
all’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”, al tempo stesso ponendo una
serie di interrogativi non risolti. In particolare non viene sciolto il nodo di quale
modello curricolare adottare, tra quelli presenti nelle scuole europee, così come
recensiti da Eurydice. Vale a dire se essa sia una “materia separata obbligatoria od
opzionale” quindi dotata di curricolo, orario e valutazione, oppure una “educazione
integrata in una o più materie come la storia e la geografia” o ancora “una tematica
educativa trasversale in modo che i principi di educazione alla cittadinanza
responsabile siano presenti in tutte le materie del curriculum”. Ma anche quando
questo nodo sarà sciolto perché limitare la presenza alle tematiche della
Costituzione? Se la scienza delle regole (il diritto) può dare un senso profondo al
contenuto dello studio, non è altrettanto vero che ancor meglio si potrebbe fare,
qualora la scienza delle regole fosse affiancata in tutti i bienni dalla scienza delle
scelte, l’economia? Del resto non è esattamente quanto afferma il Documento
ministeriale d’indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e
Costituzione” del 4 marzo scorso, quando esso prevede tra le situazioni di compito
inerenti ad “Alterità e relazione” quella di “individuare come i nuclei portanti della
cultura economica intervengono a qualificare le politiche economiche nazionali ed
internazionali”?

8. I ragionamenti proposti non implicano una valutazione positiva o negativa
complessiva sul riordino in corso. Essi si limitano a sottolineare una questione, del
resto per l’AEEE-Italia decisiva. Tutti i ragionamenti e le migliori pratiche europee
sopra citate portano alle medesime conclusioni. L’economia e le altre scienze
sociali fanno parte per loro natura della dotazione irrinunciabile delle competenze di
cittadinanza. Non a caso la terza indagine internazionale ICCS (International Civic
and Citizenship Education Study) in fase di avvio nel marzo 2009, ad opera della
IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement),
intende proprio “identificare ed esaminare, all’interno di una dimensione
comparativa i modi in cui i giovani vengono preparati per svolgere in modo attivo il
proprio ruolo di cittadini in società democratiche”.
Il convincimento dell’Associazione è il medesimo. L’insieme di queste scienze
genera un forte spazio conoscitivo ed operativo. Fecondo può essere il dialogo che
l’economia scienza duttile, aperta e flessibile, al tempo stesso logica, teorica,
storica, quantitativa, valoriale ed operativa e quindi pienamente umana, può
intessere con le discipline classiche, scientifiche e matematiche. Da ciò discende
che l’economia e le altre scienze sociali possono e debbono finalmente trovare uno
spazio significativo nella filiera liceale e che debbono essere collocate nelle
competenze comuni di tutti gli studenti.

9. Sulla base di queste considerazioni, l’Associazione sottopone ai decisori delle
politiche scolastiche ed al mondo della scuola una serie di proposte. Essa spera
che tali proposte possano essere prese in attenta considerazione, mentre al tempo
stesso si dichiara disponibile a realizzare momenti di discussione ai più diversi livelli
con gli interlocutori che lo desidereranno.
In primo luogo l’AEEE-Italia chiede se nell’attuale piano orario del Liceo delle
Scienze umane non sia possibile creare una curvatura che possa accogliere
l’economia e le altre scienze sociali come discipline caratterizzanti di questo nuovo
liceo, sulla falsariga dell’apprezzato modello francese del Liceo generalista ES
(Economico e Sociale).

Essa propone in secondo luogo che il diritto e l’economia siano presenti nei bienni
dei diversi licei non solo come materie opzionali, ma come materie dell’educazione
di base di tutti i giovani italiani.
Ritiene infine che le quote di variabilità dei curricoli e la quota regionale dei piani di
studio personalizzati definita dalle varie leggi regionali possono anch’essi costituire
utili occasioni tramite le quali dare all’economia e alle altre scienze sociali lo spazio
che meritano nei licei e nella scuola italiana.

Il Direttivo dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia
Milano, marzo 2009

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