giovedì 11 marzo 2010

Sciopero dell'ora di religione: «Nessun iscritto per protesta»



Importantissima iniziativa perchè il coinvolgimento dei genitori
cattolici ricostruisce quella naturale solidarietà fra famiglie diversamente
credenti e non credenti che il legislatore clerico-fascista
(non saprei quale altro aggettivo usare in questa circostanza)
del 1985 aveva - e i successivi ministri Berlinguer-Moratti-
Fioroni-Gelmini hanno - vergognosamente tentato di
distruggere facendo un uso politico indegno della religione cattolica a scuola,
uso peraltro sempre avvallato dalle conniventi gerarchie ecclesiastiche cattoliche.
ll mio giudizio drastico su questa questione,
autorevolmente supportato dalle considerazioni presenti nel "Rapporto UNICEF sullo
stato dell'infanzia in Italia" anno 2003 - ovviamente ignorato dai media e dalla
politica, si basa sul fatto che ritengo che
la discriminazione religiosa calata forzatamente dalla politica sui
soggetti più deboli e indifesi della società - i ns figli in eta' compresa fra 3 e 10 anni -
sia il capitolo più buio della politica politicante della storia della Repubblica.

A quando un'iniziativa simile a Pisa, laddove non sia garantito l'insegnamento
alternativo ai bimbi costretti assurdamente dalla politica ad essere "diversi" in base
alle opinioni dei loro genitori (su questioni che non li riguardano ne capiscono minimamente)?
Saluti, Gianni Mainetto

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Didattica: Sciopero dell’ora di religione: «Nessun iscritto per protesta»
MESTRE - Una sorta di «disobbedienza » sull’ora di religione. E’ quella che annu
nciano le famiglie dei bambini che frequentano l’ora di religione, se non sarann
o trovati insegnanti per attività alternative a disposizione dei bambini che que
ll’ora non vogliono frequentarla.

I genitori cattolici si schierano dalla parte

dei laici e minacciano di non iscrivere più i loro figli all'ora di religione se
non ci sarà un progetto educativo anche per i loro compagni. La protesta inusua
le parte dal circolo didattico Tintoretto di Mestre ma sarà lanciata come propos
ta a tutti i circoli della terraferma e del centro storico il prossimo 12 marzo
(ma la data è ancora ballerina) quando terranno i figli a casa da scuola per pro
testa contro il fatto che i compagni di classe finiranno l’anno scolastico senza
un insegnante alternativo.

Alla elementari la media dei bimbi che un’ora a sett
imana non sanno che fare è del 20 per cento, alle superiori si arriva anche al 6 0 per cento. Dovrebbero esserci per tutti attività alternativa ma per la mancanza di fondi i bambini vengono distribuiti nell classi a lezione o, per i più grandi, mandati a casa o fuori scuola.

«Le adesioni sono state molte, immediate e decise — spiega Michele Testolina, pr
esidente del Consiglio di circolo della direzione didattica Japoco Tintoretto e
uno degli ideatori della protesta — abbiamo presentato la proposta durante l'ult
ima riunione e abbiamo ricevuto l'appoggio dalle famiglie cattoliche. La richies
ta verrà estesa il più possibile però anche agli altri Consigli di circolo, vorr
emmo che ci fossero adesioni in tutta la provincia e anche in tutta la regione.

La risposta dei genitori è stata chiara: i diritti degli studenti devono valere
per tutti». E mentre la protesta sembra allargarsi a macchia d'olio è nato anche
in provincia di Venezia il «Comitato genitori per l'ora di Alternativa », che h
a creato in questi giorni un osservatorio permanente sul problema per permettere
tramite mail (oradialternativa@gmail.it) a genitori e alunni di tutta la provin
cia di raccontare la situazione delle varie scuole del territorio. «Vogliamo dar
e voce a tutte le famiglie" spiega Antonio Favaretto, del Comitato veneziano, «i
n questo modo tutte le scuole della provincia saranno monitorate e le richieste
dei genitori potranno arrivare compatte alle istituzioni».

Il contenzioso del Comitato con le istituzioni è un problema aperto da tempo, ma
il malumore, in particolare nei confronti dell'Ufficio scolastico regionale è c
osa recente.

Lo scorso 23 febbraio, infatti, il Coordinamento veneto dei Comitat

i «Buona scuola», nati l'anno scorso, ha inviato all'Ufficio una lettera in cui
chiedeva di fare chiarezza su alcuni punti del bilancio: «E’ con profondo stupor
e che abbiamo scoperto, all'interno del bilancio ministeriale l'esistenza di un
fondo per le spese per l'insegnamento della religione cattolica e delle attività
alternative che ammonta quest'anno, soltanto per il veneto a più di 53 milioni
di euro». Di questi circa 2 milioni di euro sono destinati all'istruzione presco
lastica, 26 milioni per le elementari, 8 milioni per le medie e 17 milioni per l
e superiori.

«Dove sono finiti i soldi? —chiede il Comitato—finora ci è stato de

tto che non si potevano nominare docenti per le attività alternative per mancanz
a di fondi, ma questa risposta non ci convince più».

Intanto i dirigenti si arra

ngiano come possono da settembre. «Alcuni — commenta Fabio Brusò del Comitato ve
neziano — attingono dalle casse d'Istituto, altri dai contributi volontari dei g
enitori ma questo non è possibile, l'ora di attività alternativa è un diritto de
gli studenti e come tale deve essere tutelato ».

Alice D'Este Corriere Veneto

http://www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-20136.html
E' possibile commentare qui:
http://www.uaar.it/news/2010/03/09/mestre-niente-ora-alternativa-sciopero-ora-religione/

NB. Alle elementari la religione cattolica ha 2 ore la settimana, non una.
Una iniziativa simile e' stata discussa recentemente anche in una scuola di Bolo
gna.

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