Fatelo girare nelle vostre scuole e tra i colleghi
SCUOLA RIFORMATA = SCUOLA MASSACRATA
La “Riforma” delle scuole superiori è l’ennesimo atto del Governo volto ad impoverire ed annullare la qualità didattica della scuola pubblica italiana. Tale “Riforma” non ha nessun contenuto pedagogico, ma solo economico-finanziaro, modellato sui criteri di risparmio dell’art. 64 della L.133 del 2008.
Se quest’anno è toccato alla scuola primaria e alla scuola media piegarsi alle logiche del “risparmio”, rispettivamente attraverso l’abolizione delle compresenze e l’introduzione del maestro unico, la riduzione delle ore di italiano e tecnologia, e il sistema delle “classi pollaio” (in tutti gli ordini di scuola), a partire dal prossimo anno scolastico saranno gli istituti superiori a dover giustificare il “risparmio” voluto dal ministro Tremonti, tagliando ulteriormente sul personale scolastico.
Cosa produrrà la riforma degli istituti superiori?????
· Disoccupazione: in 3 anni 132.000 insegnanti in meno
· Riduzione del monte ore settimanale di lezioni, già a partire dal prossimo anno per le classi seconde, terze e quarte dei tecnici e dei professionali
· Riduzione dei laboratori negli istituti professionali e tecnici
· Riduzione delle discipline caratterizzanti d’indirizzo
· ritorno alla differenziazione gentiliana tra formazione liceale (per pochi) e formazione tecnico-professionale
· Docenti di ruolo soprannumerari che saranno trasferiti o COLLOCATI su cattedre di sostegno, privi della NECESSARIA specializzazione
· Maggiori finanziamenti alle scuole private
Il Governo ha presentato, inoltre, un emendamento che prevede la possibilità di assolvere l’obbligo scolastico a 15 anni con l’apprendistato. L’apprendistato non si può equiparare all’istruzione scolastica. In tal modo si produrrà solo sfruttamento e lavoro non retribuito.
La difesa della dignità degli insegnanti e di tutti i lavoratori della scuola è tutt’uno con la difesa della scuola pubblica e del diritto allo studio di ogni cittadino.
Non possiamo più stare alla finestra a guardare, né come docenti, né come genitori, né come alunni. Riprendiamoci i nostri diritti, lottando attivamente per salvare la scuola pubblica.
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