mercoledì 25 febbraio 2009

comunicato stampa cobas - Il Vaticano colpisce la laicità della scuola usando PD e sindacati


riceviamo e pubblichiamo:

Il Vaticano colpisce la laicità della scuola usando PD e sindacati


Ingiustizia è fatta, l’integralismo clericale fa un altro minaccioso passo avanti nella scuola, il
Vaticano ne colpisce la laicità usando PD e sindacati: questo dice l’intollerabile “sentenza” del
Consiglio di disciplina del CNPI (Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione), poi messa in opera
dalla Direzione scolastica regionale umbra e dall’Ufficio scolastico provinciali di Terni, che
sospende dal servizio per un mese il professor Franco Coppoli di Terni, esponente dei Cobas
scuola, per aver rimosso il crocifisso in classe all’inizio delle proprie lezioni, riappendendolo
alla fine. Con motivazioni sacrosante Coppoli rivendica il diritto di non fare lezione sotto il
simbolo di una confessione religiosa, invocando la libertà di insegnamento e la laicità della
scuola pubblica. L’ordine di Giuseppe Metastasio, dirigente scolastico dell’ Istituto “Casagrande”
di Terni ove Coppoli insegna, di non rimuovere il crocifisso è un atto discriminatorio ai sensi
del d.lgs.216/2003: costringere un docente ad insegnare sotto un crocifisso impone infatti una
posizione di inferiorità del docente non cristiano o non credente. Non esiste alcun obbligo del
crocifisso in aula, essendo abrogate le norme fasciste, che lo inserivano tra gli arredi nelle scuole
elementari e medie, con la sentenza della Cassazione del 1 marzo 2000. Più o meno nelle stesse
ore, la Cassazione dava ragione a tutti coloro che, nei posti di lavoro e di studio, esigono che si
ponga fine all’imposizione a tutti/e di un simbolo di una religione. I giudici hanno riconosciuto
giusto il comportamento di Luigi Tosti, di L’Aquila, che si era rifiutato di svolgere udienze con
il crocefisso alla parete, valutandone la presenza un atto di “discriminazione religiosa”.
Ma il preside dell’istituto Casagrande, i componenti del Consiglio di disciplina del CNPI, i
dirigenti della DSR umbra e dell’USP ternano sono andati nella direzione opposta, con una
motivazione grottesca: il crocefisso doveva restare nella classe non perchè ci sia alcun obbligo
ma solo perché la maggioranza degli studenti lo voleva. Cosicché, d’ora in poi se la maggioranza
degli studenti lo volesse, gli insegnanti dovrebbero fare lezione alla presenza di statue del
Budda o della Trimurti e magari di foto di Berlusconi o di Gelmini. Peraltro, per settimane
nessuno studente aveva obiettato al comportamento di Coppoli: salvo, all’improvviso,
probabilmente “imbeccati” da integralisti cattolici, scoprire di esserne “turbati”.
Un mese di sospensione era il massimo delle sanzioni possibili; e la sua gravità appare ancor
più clamorosa quando si pensi che, fino a pochi anni fa, alcuni docenti ed Ata, condannati dalla
magistratura ordinaria per violenza sessuale se la sono cavata con sospensioni fino a dieci
giorni; e che per un mese negli ultimi tempi è stata sospesa solo una preside condannata dalla
magistratura per peculato, truffa, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Ma altrettanto clamorosa
è l’impronta politica e sindacale dei protagonisti di questo assalto clericale. Giuseppe Metastasio,
il preside che ha avviato il procedimento (e che spudoratamente, in una intervista con tanto di
foto a “La Nazione”, dichiara “quando arriva una punizione come questa anch’io mi sento
sconfitto”) è candidato del PD alle primarie per la carica di sindaco di Terni e magari pensa che
questa pubblicità gli sarà utile per ottenere il sostegno di quell’elettorato “moderato” che il suo
partito insegue inutilmente. Nella stessa area stanno le dirigenze umbre degli uffici scolastici,
mentre i membri del Consiglio di disciplina CNPI coprono l’arco dei sindacati legati al PD.
Insomma, una folgorante dimostrazione dei motivi che hanno portato la cosiddetta “sinistra”
alla subordinazione totale ai valori clerico-reazionari del berlusconismo, alla disgregazione e
all’inutilità sociale che è di fronte agli occhi di tutti. L’attacco a Coppoli si inserisce infatti in
un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze della chiesa cattolica nella vita politica
italiana, delle quali abbiamo avuto scandalosi esempi nella tragica vicenda Englaro, di cui sono
complici o succubi sia il governo sia la sedicente opposizione, che rendono l’Italia uno Stato
confessionale e finanche teocratico.
Lor signori però non si illudano: questa battaglia è appena iniziata. Sulla laicità della scuola,
sulla libertà di insegnamento i Cobas non molleranno un centimetro. Useremo tutti gli
strumenti democratici, sindacali, politici e giuridici a nostra disposizione per ricacciare indietro
l’assalto integralista alla scuola pubblica e per annullare questo intollerabile provvedimento.

Comunicato Stampa

Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas della scuola

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