giovedì 29 ottobre 2009

STEFANO CUCCHI


STEFANO CUCCHI è MORTO IN CARCERE.

SIAMO SOLIDALI CON LA FAMIGLIA DI STEFANO


IL COORDINAMENTO DECIDE DI PUBBLICARE SOLO QUESTA IMMAGINE PERCHè DATA LA DUREZZA DELLE ALTRE IMMAGINI E CONSIDERANDO CHE POSSANO ESSERE VISIONATE INVOLONTARIAMENTE DA BAMBINI O PERSONE SENSIBILI SCEGLIE DI PERMETTERE A CHI DECIDESSE DI VOLERLE VEDERE DI COLLEGARSI AL SITO CNR MEDIA CLICCANDO SUL TITOLO.

LA VISIONE DI QUESTE IMMAGINI, RESE DISPONIBILI DALLA FAMIGLIA, RENDONO POSSIBILE AD OGNUNO DI FARSI UNA IDEA DEI FATTI COME NEGLI INTENTI DEI FAMILIARI.

SI AVVISA CHE LE IMMAGINI POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITà,

ROMA - 6 novembre 2009. Convegno CESP: la laicità nella scuola pubblica: la croce della religione cattolica



Di seguito ed in allegato il programma del convegno nazionale CESP LA LAICITA' NELLA SCUOLA PUBBLICA:LA CROCE DELLA RELIGIONE CATTOLICA.

Inoltre, in allegato trovate il facsimile della richiesta con cui docenti ed ATA possono chiedere di partecipare in orario di servizio.

Il convegno si terrà venerdì 6 novembre dalle ore 9 alle 18,30 a Roma presso il centro congressi Cavour, via cavour 50 - Roma.

Chi fosse interessato o volesse ulteriori informazioni può chiamare Franco al 328 6536553.

Cortesemente diffondete nelle scuole, su siti e facebook.


CESP – CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA - CONVEGNO NAZIONALE
ROMA - venerdì 6 novembre 2009 ore 9.00 -18.30
c/o Centro Congressi Cavour VIA Cavour n 50- Roma

LA LAICITA’ NELLA SCUOLA PUBBLICA:

LA CROCE DELLA RELIGIONE CATTOLICA

Relatori:
Piero Bernocchi, portavoce Confederazione Cobas
Elena Biagini NO VAT/FACCIAMO BRECCIA
Valerio Bruschini, insegnante Gualdo Cattaneo (PG), Cobas
Franco Coppoli, docente di Terni, Cobas
Nicola Giua, maestro, esecutivo nazionale Cobas
Alberto Marani, docente di Cesena, Cobas
Ennio Montesi, Axteismo
Luigi Nicolai, Civiltà Laica

Adele Orioli, responsabile delle iniziative giuridiche dell’UAAR

Antonia Sani, Comitato Nazionale Scuola e Costituzione
Anna Grazia Stammati, presidente del CESP
Luigi Tosti, magistrato

mattina


ore 9,00 Anna Grazia Stammati, Relazione introduttiva
ore 9,20 Piero Bernocchi, Chiesa: potere e politica
ore 9,40 Alberto Marani, l'ora alternativa all'IRC
ore 10,00 Franco Coppoli, crocefissi e discriminazione nelle aule
ore 10.20 Luigi Tosti,
Laicità dei tribunali e dello stato
ore 10.40 Valerio Bruschini, La messa è finita?
ore 11.00 Luigi Nicolai, Uso dell’immagine religiosa nel cristianesimo
ore 11.20 Nicola Giua, Vertenze per la laicità della scuola pubblica
ore 11.40 Pausa caffé
ore 12.00 Ennio Montesi, Riflessioni sull’ateismo
ore 12.20 Elena Biagini Il pensiero divergente
ore 12.40 Adele Orioli, Uscire dal gregge
ore 13.00 Antonia Sani, Laicità nella scuola pubblica
ore 13.20 Pausa Pranzo

pomeriggio


Ore 15.00 – 17.00 Divisione in gruppi di lavoro

1.L’ora alternativa:libere scelte, programmi, P.O.F. e collegi docenti

2.Simboli, cerimonie e discriminazione nella scuola pubblica
3.I privilegi degli IRC insegnanti di religione cattolica

Ore 17.00 -18.00 Relazioni gruppi di lavoro

Ore 18.00 conclusioni

domenica 25 ottobre 2009

150 MILA IN PIAZZA A ROMA, DUE MILIONI IN SCIOPERO, IL 40% DI ADESIONI NELLA SCUOLA



Grande successo dello sciopero generale indetto da Cobas, Cub e Sdl, e della manifestazione nazionale a Roma
.

Nonostante con il galoppare della crisi sia sempre più difficile per i lavoratori/trici rinunciare ad un giorno di retribuzione, circa due milioni di salariati hanno scioperato in tutta Italia. Le medie più alte nella scuola (circa il 40% secondo i dati affluiti dalle 30 città più grandi) e nei trasporti urbani, ma buona anche la partecipazione in tante fabbriche, nel pubblico impiego, sanità, commercio, trasporto ferroviario, aereo e marittimo, telecomunicazioni e aziende pubbliche.

Massiccia la presenza di precari, in particolare della scuola. Altamente partecipata la manifestazione nazionale di Roma con 150 mila lavoratori/trici di tutte le categorie, con in primo piano il "popolo della scuola" che ha sfilato dietro lo striscione "No alla distruzione della scuola pubblica", accompagnato da un netto "Gelmini vattene".

Sciopero e manifestazione hanno inteso dare una forte risposta alla valanga di licenziamenti, ai massicci tagli alla scuola pubblica, alla chiusura di tante aziende, all'intera politica economica del governo, a cui non si contrappone alcuna reale opposizione in Parlamento e nel paese da parte di un centrosinistra succube del berlusconismo. Il sindacalismo conflittuale vuole che lo slogan popolarissimo "Noi la crisi non la paghiamo", diventi finalmente realtà: perchè finora la crisi non l'hanno pagata nè banche, nè gruppi finanziari, nè grandi industriali, nè le mafie palesi e occulte che infestano l'Italia, nè quella vasta pletora di "politici-politicanti" che, in modo bipartisan nonostante le baruffe di facciata, occupa gli apparati di potere e economici del paese, strornando ingenti risorse a favore dei soliti noti. L'hanno pagata invece le decine di migliaia di precari espulsi da tutti i settori, scuola in primo luogo, gli operai licenziati in massa, i migranti sempre più oppressi e vilipesi, i salariati e i pensionati con introiti da fame. Dallo sciopero e dal corteo viene una forte richiesta per il blocco dei licenziamenti e degli sfratti, per la cancellazione dei tagli nella scuola, per l'assunzione stabile dei precari, per aumenti di salari e pensioni, per un reddito minimo garantito per chi non lavora, per la cassa integrazione almeno all'80% del salario, l'abrogazione della Bossi-Fini e del pacchetto "sicurezza" e il ritiro della "riforma Brunetta": E nel contempo, una forte domanda di democrazia nei luoghi di lavoro, affinchè finisca il monopolio di Cgil-Cisl-Uil - totalmente silenti di fronte ad una crisi che colpisce i deboli e gli indifesi - sui diritti e sulle libertà sindacali, da restituire al più presto ai Cobas, ai sindacati di base e a tutti i lavoratori/trici.

Nel pomeriggio poi si sono svolte due manifestazioni davanti al Ministero dell'Economia, con la richiesta di reddito e lavoro garantito a tutti, e davanti al Ministero dell'Istruzione. Circa un migliaio di docenti ed Ata, precari e "stabili", hanno manifestato davanti al MIUR per richiedere l'annullamento dei tagli e dell'espulsione dei precari dalla scuola, per dire NO alla legge Aprea e ai contratti di disponibilità, per massicci investimenti nella scuola pubblica e l'assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e significativi aumenti salariali per docenti ed ATA. Sempre sulle scale del ministero, si è svolto l'Assemblea nazionale dei precari per decidere i prossimi appuntamenti di lotta.

Piero Bernocchi portavoce nazionale dei COBAS

Analisi critica dei contratti di disponibilità.


Decreto Legge n.° 134 del 25 settembre 2009. Sintesi e rilievi critici.

Il Decreto Legge è stato emanato “per consentire una maggiore efficienza in termini di risparmio di tempo e di risorse nel conferimento delle supplenze, al fine di garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010”.
Esso consta di due articoli.

Articolo primo:

· integra la Legge n.° 124 del 3 maggio 1999, con il comma 14 bis, e stabilisce che i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati dal personale docente ed educativo della scuola pubblica statale non possano trasformarsi in contratti a tempo indeterminato, né permettere, prima dell’immissione in ruolo, la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi;

· stabilisce che le supplenze temporanee siano assegnate al personale docente inserito nelle graduatorie ad esaurimento e al personale ATA inserito nelle graduatorie permanenti, con precedenza assoluta rispetto al personale non incluso nelle suddette graduatorie e a prescindere dall'inserimento nelle graduatorie di istituto.

Beneficiari:
- coloro i quali abbiano stipulato, nell’a.s. 2008-2009, un contratto a tempo determinato, annuale o fino al termine delle attività didattiche,
- non abbiano potuto stipulare la stessa tipologia di contratto nell'anno scolastico 2009-2010, per mancanza di posti disponibili;

stabilisce che l'amministrazione scolastica possa promuovere, in collaborazione con le Regioni e con le risorse finanziarie messe a disposizione dalle Regioni stesse, progetti di tre mesi, prorogabili a otto, che prevedano attività straordinarie, “anche ai fini dell'adempimento dell'obbligo dell'istruzione”.

Beneficiari:
- hanno priorità i lavoratori precari della scuola che abbiano maturato i predetti requisiti e che percepiscano l'indennità di disoccupazione.
Indennizzo:
- può essere loro corrisposta un'indennità di partecipazione a carico delle regioni.
Punteggio:
- 12 punti di servizio, ai soli fini dell'attribuzione del punteggio nelle graduatorie ad esaurimento e permanenti (ATA).

Articolo secondo:

· stabilisce che il decreto entri in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana;

· sancisce che sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Rilievi critici all’articolo primo:

· Articolo I, comma I:
- l’articolo I, comma I, che è stato inserito in seguito all’annuncio di ricorsi al giudice del lavoro per il riconoscimento anche al personale precario degli scatti biennali di anzianità e della stabilizzazione dopo un triennio di contratti a tempo determinato, viola le legislazioni europea ed italiana;
- dal 1988 il riconoscimento degli scatti biennali è garantito ai docenti di religione da una legge dello Stato, ed anche la stabilizzazione del personale della Pubblica Amministrazione è sancita per legge;
- l’art. 3 della Costituzione proclama il principio di uguaglianza, l’art. 97 della Costituzione impone che l’organizzazione dei pubblici uffici assicuri l’imparzialità dell’amministrazione, il Decreto Legislativo n°. 216 del 9 luglio 2003, che attua la direttiva 2000/78/CE, dispone la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni del lavoro;
- la possibilità del riconoscimento degli scatti di anzianità per il personale precario è contemplata dalla sentenza della Corte di Giustizia europea C 307/05 del 13/07/2007 e da tre sentenze dei tribunali del lavoro, rispettivamente di Tivoli, Salerno e Roma.

Articolo I, comma II:
Beneficiari:
- l’accesso ai contratti di disponibilità è riservato solo a una minima parte dei precari rimasti senza lavoro, ovvero a coloro che abbiano lavorato per tutto l’anno appena trascorso, con nomina degli USP;
- non è prevista alcuna forma di tutela dei docenti iscritti nella II e III fascia delle graduatorie di istituto;
- i beneficiari saranno costretti ad accettare le supplenze brevi assegnate dai DS, mentre tutti gli altri docenti avranno scarsissime possibilità di lavorare e non beneficeranno di alcun intervento a sostegno del reddito (ad esclusione della disoccupazione con requisiti ridotti, qualora ricorrano le circostanze previste dalla legge);
- a fronte della concessione del punteggio di servizio per l’intero anno, i precari “storici” sono costretti ad accettare, invece di una nomina annuale, contratti di lavoro brevi e discontinui. Si introduce, quindi, per lavoratori che hanno maturato diversi anni di servizio, una forma di ulteriore precarizzazione, analoga a quella finora tipica dei docenti privi di abilitazione.
Indennizzo:
- non è specificato se il pagamento delle supplenze brevi resti a carico dei singoli istituti, i quali versano già molto spesso in condizioni di grave difficoltà di bilancio;
- qualora le supplenze offerte fossero brevi spezzoni orari, il lavoratore percepirebbe un salario inferiore allo stesso sussidio di disoccupazione; per gli altri docenti, al lavoro precario subentra la disoccupazione, senza forme di sostegno del reddito. È questo il risultato della piena conferma dei tagli agli organici previsti nella legge 133/2008;
- non è prevista alcuna misura strutturale che sostenga i lavoratori precari nei prossimi quattro anni, quando saranno tagliati altri 150mila posti.

· Articolo I, comma III:
Beneficiari:
- solo coloro che abbiano lavorato per tutto l’anno scorso con nomina dell’USP, che siano disoccupati e che percepiscano un’indennità di disoccupazione;
- cioè coloro che abbiano versato almeno 52 contributi settimanali nell’ultimo biennio e che abbiano maturato due anni di contribuzione;
- non è dunque prevista alcuna estensione dell’accesso all’indennità di disoccupazione;
- l’ammontare del sussidio mensile di disoccupazione non è incrementato; né è previsto alcun prolungamento dell’indennità oltre i termini usuali (8 mesi, contro i 10-12 di retribuzione di una supplenza annuale);
- la durata dei progetti in collaborazione con le Regioni è molto breve: tre mesi, prorogabili ad otto;
- le attività straordinarie in collaborazione con le Regioni non sono definite, salvo il riferimento a mansioni finalizzate anche all’adempimento dell’obbligo scolastico;
- i contratti di disponibilità, incentivando l’intervento finanziario delle Regioni, avallano e cominciano ad attuare concretamente il disegno di regionalizzazione dell’istruzione professionale, già intrapreso anche nella regione Lombardia con il patto Gelmini-Formigoni dello scorso marzo;
- essi accelerano l’attuazione del cosiddetto federalismo scolastico, previsto dalla revisione del titolo V della Costituzione, che porterà alla formazione di sistemi scolastici regionali fortemente diseguali per risorse e risultati.

Conclusioni.I contratti di disponibilità si basano sulla piena conferma dei tagli agli organici, previsti dall’art. 64 della legge 133/2008, e dei licenziamenti dei docenti precari, indicati nello Schema di Piano Programmatico del MIUR. Il numero dei licenziamenti è invariato; non si prevede alcun tipo di estensione degli ammortizzatori sociali a chi ne sia attualmente escluso, né il prolungamento della loro durata o l’incremento della loro entità; si accentua invece la precarizzazione del personale docente e si avvia la regionalizzazione del sistema scolastico nazionale. Unica concessione i 12 punti di servizio, che aumenteranno il divario di punteggio esistente tra un ristretto numero di precari e tutti gli altri, dividendo e contrapponendo ulteriormente i lavoratori della scuola.

S.B.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il devastante decreto legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009 n.15 (decreto Brunetta).

Il devastante decreto legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009 n.15 (decreto Brunetta).

Il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 9 ottobre e presentato pomposamente in conferenza stampa da Brunetta con la compagnia di Berlusconi è un attacco senza precedenti, ai lavoratori, ai loro salari, ai servizi pubblici. E’ il secondo durissimo colpo, dopo la pessima riforma del modello contrattuale, che ha triennalizzato i contratti di lavoro e ha determinato un nuovo sistema di recupero salariale dell’inflazione peggiore di quello della cosiddetta inflazione programmata, aumentando l’emergenza salariale tra i lavoratori.

L’attacco al lavoro pubblico è uno dei pilastri su cui si sorregge questo governo ed ecco così spiegata la grande veemenza con la quale il Ministro Brunetta in 15 mesi ha concluso l’iter di approvazione di questo decreto legge che tra gli obiettivi si prefigge anche la normalizzazione sindacale nel Pubblico impiego, distruggendo ogni forma di rappresentatività del sindacalismo di base e alternativo.

Questo decreto di fatto sancisce il furto del salario accessorio, l’azzeramento della contrattazione collettiva, la modifica/accorpamento dei comparti pubblici, l’inasprimento delle sanzioni disciplinari.

Le disposizioni del decreto “…assicurano…l’incentivazione della qualità della prestazione lavorativa, la selettività e la concorsualità nelle progressioni di carriera, il riconoscimento di meriti e demeriti, la selettività e la valorizzazione delle capacità e dei risultati…l’incremento dell’efficienza del lavoro pubblico ed il contrasto alla scarsa produttività e all’assenteismo…” insomma sono un inno alla meritocrazia, l’atto finale della campagna che da anni viene svolta contro il lavoro pubblico e i “fannulloni”.

V

ediamone gli aspetti salienti:

· Scende trionfalmente in campo la MISURAZIONE, VALUTAZIONE E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE con obiettivi programmati su base triennale, con gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance dell’amministrazione nonché gli obiettivi assegnati al personale dirigenziale e non. Viene istituita la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Funzione pubblica e con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con il compito di indirizzare, coordinare e sovrintendere alle funzioni di valutazione, alla misurazione della performance, nonché di gestione e valutazione del personale. Ogni amministrazione, singolarmente o in forma associata, si dota di un Organismo indipendente di valutazione della performance.

· In ogni amministrazione, l’Organismo indipendente, sulla base dei livelli di performance attribuiti ai valutati compila una graduatoria delle valutazioni individuali del personale dirigenziale e di quello non dirigenziale.

Con questa graduatoria:

a) il venticinque per cento del personale è collocato nella fascia di merito alta, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al salario accessorio collegato alla performance individuale;

b) il cinquanta per cento è collocato nella fascia di merito intermedia, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al trattamento accessorio collegato alla performance individuale;

c) il restante venticinque per cento è collocato nella fascia di merito bassa, alla quale non corrisponde l’attribuzione di alcun trattamento accessorio collegato alla performance individuale.

d) Sono previste deroghe alla percentuale del venticinque per cento in misura non superiore a cinque punti percentuali in aumento o in diminuzione, con corrispondente variazione compensativa delle percentuali.

In soldoni questa cosiddetta Autorità Indipendente per la Valutazione avrà il compito di distribuire il salario accessorio che non sarà più oggetto di contrattazione, ma sarà disciplinato per legge attraverso un meccanismo per cui solo il 25% dei lavoratori potrà prendere il massimo della produttività (oggi sono il 90%), metà del personale avrà solo il 50%, il 25% nulla.

Di fatto il fantomatico Organismo indipendente di valutazione della performance darà gli indicatori ai Dirigenti per effettuare le singole valutazioni, i quali avranno, quindi, piena autonomia nella gestione delle risorse umane, nel rispetto dei profili professionali e nella distribuzione del salario accessorio conseguente. Niente di oggettivo per la valutazione della produttività, si spenderanno soldi e risorse umane per la valutazione (poco oggettiva) del personale, senza far funzionare e rilanciare i servizi pubblici!

· Vengono istituiti nuovi strumenti per premiare

il merito ?!? e le professionalità ?!?:

a) il bonus annuale delle eccellenze assegnato al personale collocato nella fascia di merito alta per non più del 5%;

b) il premio annuale per l’innovazione pari al bonus annuale di eccellenza per ciascun dipendente premiato;

c) le progressioni economiche attribuite in modo selettivo, ad una quota limitata di dipendenti, in relazione ed ai risultati individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione;

d) le progressioni di carriera dal 1° gennaio 2010, coprono i posti disponibili nella dotazione organica e, quindi, le progressioni fra le aree avvengono tramite concorso pubblico, ferma restando la possibilità per l’amministrazione di destinare al personale interno, in possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso dall’esterno, una riserva di posti comunque non superiore al 50 per cento di quelli messi a concorso. Sia per le progressioni economiche che di carriera la collocazione nella fascia di merito alta per tre anni consecutivi, ovvero per cinque annualità anche non consecutive, costituisce titolo prioritario ai fini dell’attribuzione delle progressioni.

e) l’attribuzione di incarichi e responsabilità, sempre tenendo conto dei sistemi di valutazione e misurazione;

f) l’accesso a percorsi di alta formazione e di crescita professionale, in ambito nazionale e internazionale;

g) premio di efficienza destinato, in misura fino a due terzi, a premiare, secondo criteri generali definiti dalla contrattazione collettiva integrativa, il personale proficuamente coinvolto e per la parte residua ad incrementare le somme disponibili per la contrattazione stessa;

h) Comitato dei garanti che darà il parere su tutti i provvedimenti adottati.

· MOBILITA’. Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante cessione del contratto di lavoro di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento o agevolando processi di mobilità, anche volontaria, da parte delle amministrazioni che presentano carenze di organico.

· Dalle materie relative alle relazioni sindacali vengono escluse dalla contrattazione collettiva quelle attinenti all’organizzazione degli uffici e del lavoro ovvero viene scippata una parte rilevantissima ed importante di contrattazione delle RSU sul posto di lavoro e delle amministrazioni in generale.

· Gli “incrementi” economici possono essere erogati in via provvisoria, salvo conguaglio all'atto della stipulazione dei contratti nazionali di lavoro. In ogni caso a decorrere dal mese di aprile dell’anno successivo alla scadenza del contratto nazionale di lavoro, qualora lo stesso non sia ancora stato rinnovato, è riconosciuta ai dipendenti, nella misura e con le modalità stabilite dai contratti nazionali, e comunque entro i limiti previsti dalla legge finanziaria, una copertura economica che costituisce un’anticipazione dei benefici complessivi che saranno attribuiti all’atto del rinnovo contrattuale.

· Nascono 4 nuovi comparti nella Pubblica Amministrazione, facendo un gran calderone tra settori e competenze estremamente diverse, per impedire tra l’altro la presenza e la rappresentanza delle organizzazioni sindacali di base ai tavoli di trattativa nazionale.

· Sono prorogati gli organismi di rappresentanza del personale (RSU) anche se le relative elezioni siano state già indette. Le elezioni relative al rinnovo dei predetti organismi di rappresentanza si svolgeranno, con riferimento ai nuovi comparti di contrattazione, entro il 30 novembre 2010.

· Codice disciplinare più severo. Le norme già inserite negli ultimi contratti nazionali in tema di licenziamento per “giusta causa o per giustificato motivo” sono travalicate dal decreto Brunetta in quanto, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento nei seguenti casi:

a) falsa attestazione della presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza, ovvero giustificazione dell’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa;

b) assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell’arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni o mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione;

c) ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall’amministrazione per motivate esigenze di servizio;

d) falsità documentali o dichiarative in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro ovvero di progressioni di carriera;

e) reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o ingiuriose o comunque lesive della dignità personale altrui;

f) condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero l’estinzione, del rapporto di lavoro.

Il licenziamento in sede disciplinare è disposto, altresì, nel caso di prestazione lavorativa, riferibile ad un arco temporale non inferiore al biennio, per la quale l’amministrazione formula una valutazione del personale di insufficiente rendimento. Si affaccia il rischio che chi non percepirà la produttività per più anni potrà essere licenziato per “prolungato insufficiente rendimento”.

Siamo di fronte al peggior tsunami legislativo che i lavoratori pubblici abbiano mai sopportato, un progetto di pratica cancellazione della contrattazione sindacale e di sua sostituzione con provvedimenti legislativi, in un quadro in cui le risorse finanziarie da destinare al personale sono schiacciate tra vincoli sempre più asfissianti di bilancio e leggi finanziarie, finalizzate a ridurre drasticamente la spesa pubblica. Ma non solo il salario accessorio esce dalla contrattazione collettiva, anche l’organizzazione del lavoro e degli uffici sarà disciplinata direttamente per legge, quindi fine del potere di contrattazione, e perfino di concertazione.

Il cerchio, insomma, sta per chiudersi, con la conseguenza che a rimetterci saranno i servizi pubblici (privatizzati e con costi sempre in aumento a carico dei cittadini) e saranno i lavoratori, che si vedranno tagliare i loro salari già bassi e saranno istigati a mettersi gli uni contro gli altri per i pochi aumenti previsti a favore di una piccola minoranza del personale. Così i "fannulloni" sono serviti!

Nessun lavoratore della PA potrà evitare i negativi contraccolpi di questa legge fortemente voluta non solo dal Governo e dal suo Ministro Brunetta ma anche da sindacati servili come Cisl, Uil e Ugl, sindacati che in questo ultimo anno e mezzo hanno permesso al Governo di: triennalizzare i contratti (così, perdiamo ancora più salario); umiliarci con 40 euro lordi di aumenti contrattuali mensili; ri-umiliarci con l'indennità di vacanza contrattuale (8 euro al mese) al posto degli arretrati.

Il Governo, con la scusa dell'efficienza e della meritocrazia, effettua a man bassa tagli al salario (non solo riferito alla produttività, ma anche alle progressioni economiche dosate col contagocce) e tagli di personale (tra pensionamenti senza turnover e mancate stabilizzazioni dei precari, sono ormai decine di migliaia i posti di lavoro persi recentemente).

martedì 20 ottobre 2009

23 OTTOBRE - SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA

23 OTTOBRE: SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA



Il prossimo 23 ottobre i Cobas Scuola hanno convocato, nel quadro dello sciopero generale di tutte le categorie indetto dal sindacalismo di base, lo sciopero generale della scuola per l'intera giornata. Il popolo della scuola pubblica, insieme agli altri lavoratori/trici, riempirà le strade di Roma con un grande corteo che partirà alle 10 da P.della Repubblica, terminerà con un Sit in – Assemblea davanti al Ministero della Pubblica Istruzione e avrà obiettivi netti e chiari:


· NO ai tagli, alle controriforme Tremonti-Gelmini;

· NO all’espulsione dei precari, ai “contratti di disponibilità” e alla “guerra tra poveri”;

· NO alla legge Aprea, alla gerarchizzazione dei docenti, alla scomparsa del Collegio docenti; al potere assoluto del DS e del Consiglio di indirizzo, con la presenza di rappresentanti della Confindustria;

· NO alla dequalificazione della scuola materna ed elementare;

· NO ai regolamenti per le scuole superiori, che subordinano la scuola pubblica agli interessi imprenditoriali e che prevedono ulteriori tagli per il prossimo anno scolastico, con l’applicazione dei nuovi indirizzi alle classi prime e seconde e con la riduzione a 32 ore anche per 3° e 4°, che restano con i vecchi indirizzi;

· NO alle cattedre oltre le 18 ore;

· NO allo smantellamento della scuola pubblica e al potenziamento della scuola privata;

· SI a massicci investimenti nella scuola pubblica;

· SI all’assunzione dei precari/e su tutti i posti vacanti;

· SI a significativi aumenti salariali per docenti ed Ata;

· SI al rispetto della normativa sulla sicurezza nella scuola, che prevede massimo 25 alunni per classe, limite sistematicamente violato già quest’anno dai criteri di formazione delle classi imposti dalla Gelmini;

· SI alla democrazia sindacale e al diritto di assemblea per tutti;

· SI alla scuola pubblica, democratica e laica prevista dalla Costituzione per ridurre la disuguaglianza sostanziale.


23 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA Manifestazione nazionale a Roma

da P.za della Repubblica (h 10) a P.zza S.Giovanni.

Sit in – Assemblea davanti al Miur

lunedì 19 ottobre 2009

DON PAOLO FARINELLA - 4 ottobre 2009


"Il mio nome è Paolo Farinella,
di professione faccio il prete e mi piace farlo: lo farò - spero, penso e prego - fino alla fine della mia vita. Ho 62 anni, vengo dal millennio scorso e oggi mi trovo qui: è la prima volta che partecipo a un’assemblea veramente politica e per me è un onore e un orgoglio, perché ritengo che la politica sia l’arte più nobile che una persona possa esercitare nella propria vita, in quanto.. perché è il servizio che si avvicina più a quello che dovrebbe essere il servizio del prete, ossia un servizio disinteressato per gli altri. Quando un comico invita un prete a prendere la parola sul palco e il prete accetta, significa che i due mestieri si equivalgono. Ma è anche il segno che il Paese è alla frutta, perché i preti dovrebbero fare i preti, i comici i comici, i giornalisti i giornalisti e tutti insieme dovremmo fare la rivoluzione! ... Hasta siempre! Ho messo come titolo al mio intervento: “Sono solo un prete e voglio la rivoluzione”. La mia presenza qui insieme a voi è un brutto segno: il degrado ha toccato un livello tale che bisogna impedire che il vuoto morale e democratico sia riempito dalla feccia immorale che governa il nostro Paese! Il nostro Paese, ossia le italiane e gli italiani che si sono lasciati drogare consegnando l’Italia a una manica di delinquenti corrotti, corruttori, mafiosi e clericali!
Se posso dare una testimonianza diretta di una delle cose che ha detto Grillo e l’altro secondo motivo per cui sono venuto è che, alla fine, lo devo assolvere, se non altro per tutte le parolacce che dice, io ne dico di più. Un esempio vivente sono io, fino a qualche.. io uso il computer dal 1982, quando ancora bisognava impostare la pagina con punto PL e metterci il numero delle righe, con i flop quelli ancora flessibili e prima di quello usavo la macchina da scrivere con le testine che si cambiavano per fare caratteri diversi. Da trenta anni, 27 anni per la precisione, dico queste cose e parlo così perché io sono io e dicevo al mio capo di Genova, all’epoca il cardinale Siri, che io sono Paolo e non posso essere Paolo senza essere prete e non posso essere prete senza essere Paolo, perché sono prete con il cuore laico!
Nessuno più di un cattolico prete credente e praticante può essere e deve essere anticlericale!"."Se un cattolico non è anticlericale non può essere cattolico e ve lo spiego subito: il clericalismo è la volontà di imporre una teocrazia attraverso le leggi umane, cioè siamo al livello dei talebani! Questa è la sharia! Un cattolico credente e praticane è colui che va in mezzo alla gente e, primo, testimonia con la sua vita, con la sua trasparenza, con il suo disinteresse. Quarto, scrive tre lettere di ripudio, di cui una Berlusconi e una a Bertone. E la terza, che fu la prima, nel 2006 un libro di 90 pagine in cui si dichiara obiettore di coscienza di fronte alla reintroduzione della messa preconciliare, quindi obiettore di coscienza di un motu proprio del Papa! Da 30 anni, 27 anni dico queste cose, ho sempre pagato in silenzio e continuerò a pagare in silenzio, perché non presenterò mai il conto a nessuno, non farò pagare a nessuno e soltanto adesso, che la rete mi ha dato un po’ di visibilità, mi dicono che sono coraggioso.
Non sono coraggioso: sono una persona mitissima, dolcissima, tanto che i miei, della mia parrocchia, mi dicono che sono materno e è bello questo, mi dicono; “ Lei è materno”. Dio è padre e madre, è vero questo, Isaia e quindi non sono coraggioso, non c’è nessun atto di coraggio, non sono come i morti dell’Afghanistan! Per i quali soffro, prego, ma non posso accettare che vengano dichiarati eroi! Da questo Stato che è l’Antistato! Avremmo bisogno, nel nostro Paese, di un’opposizione onorevole e grintosa: abbiamo il vuoto spinto e l’abbiamo visto alla Camera, con lo Scudo Fiscale; i mafiosi hanno mandato fiori alle mogli dei deputati o alle deputate e ai mariti delle deputate del PD!
In questo momento in cui noi siamo qui il Parlamento poteva anche essere sciolto, perché sicuramente il governo sarebbe caduto. La Lanzillotta e Giovanna Melandri hanno dichiarato: “ Eravamo in missione: in missione a Madrid per il PD”, cazzo!
Io li pago 15.000 Euro al mese per andare in missione a Madrid per il PD e non stare col culo sul sedile del Parlamento per votare contro una legge immorale?! E la Binetti era a un convegno della Croce Rossa, forse per spiegare quali sono le conseguenze sanitarie e mentali dell’uso del cilicio! Quale è la chiesa che voglio e per la quale vivo e per la quale mi impegno? “Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno dei Cieli. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che adesso piangete, perché riderete, beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame- forse qui c’è una variante: farabutto- a causa del figlio dell’uomo: allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi ricchi, perché avete già ricevuto la vostra ricompensa, guai a voi che ora siete sazi perché avrete fame, guai a voi che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi: allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i falsi profeti”. Vangelo di Luca, capitolo 6. Dice Matteo: “ Padre Nostro, che sei nei Cieli, dacci oggi il nostro pane quotidiano”, cioè il lavoro, la dignità, la casa, la felicità, il buon nome, il rispetto, un Parlamento etico, un Presidente del Consiglio presentabile! Voglio una Chiesa separata dallo Stato!
Voglio anche una scuola privata, ma che sia finanziata da chi la vuole! Voglio una Chiesa libera da ogni compromesso di corruzione, da ogni compromesso con governanti corrotti e corruttori, come i tribunali hanno già stabilito, che fanno mercato di scambio e di regime di prostituzione - adesso le chiamano escorts! - istituzionalizzata, che inneggiano la famiglia e “si accompagnato con vagonate”, parole dell’Avvocato, “dell’utilizzatore finale”. Chi sostiene questo governo, per concludere? Lo sostiene una larghissima parte del mondo cosiddetto cattolico; lo sostiene Comunione e Liberazione: lo sostiene Comunione e Liberazione, che qui a Milano ha la sua centrale nel Presidente della Regione e fanno affari. Le finanze vaticane sono nelle mani dell’Opus Dei, la Lega Nord va a incontrare Bagnasco per presentare il Vangelo di Gentilini e Calderoli, l’uomo dalle specchiate porcate, è stato insignito del premio internazionale Giovanni Paolo II - notate la motivazione - per avere, nella sua azione politica, tutelato e promosso la Sacralità della Vita in armonia con i principi cristiani e con i valori della dottrina sociale della Chiesa Cattolica ... peccato che non possano inneggiare alla sacralità della vita tutti i morti ammazzati che Calderoli e compagni hanno ucciso nel male in Iran e in Afghanistan, anche con il fuoco amico! Siccome devo chiudere perché il tempo vola, diceva - concludo con una citazione del - il cardinale Mazzarino, che se ne intendeva, alla Corte di Luigi XIV: “Il trono si conquista con le spade e i cannoni, ma si conserva con i dogmi e superstizioni”. C’è una differenza tra religione e fede: la religione è l’uso prostituito che si fa di Dio, la fede è incontrare, come ha fatto Francesco d’Assisi, la persona di Gesù Cristo, innamorarsene e farne innamorare, la fede è degli innamorati, perché cambiano la loro vita, cambiano il loro stile di vita, cambiano i loro modelli di riferimento: per questo cito l’ultima parola, Don Lorenzo Milani nella lettera a una professoressa a pagina 14, che dice che: "Il problema degli altri è uguale al mio: sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia!".
Io faccio la mia parte, voi fate la vostra, ognuno, come dice Blaise Pascal, non può non fare una scelta, non può non prendere una posizione, perché non possiamo delegare a nessuno il valore e il senso della nostra vita, in quanto siamo incastrati e dobbiamo scegliere, o la vita o la morte. Questa sera forse è già troppo tardi!".

domenica 18 ottobre 2009

MESIANO RAIMONDO - solidarietà del coordinamento

IL COORDINAMENTO SCUOLA MADONITA ESPRIME PIENA SOLIDARIETA' AL GIUDICE RAIMONDO MESIANO CONTRO IL RIPUGNANTE ATTO DI PEDINAMENTO E LE INESATTEZZE RIPORTATE E PROPOSTE.

IL COORDINAMENTO INVITIA TUTTI I BLOGGER AMICI A FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE

PALERMO - iniziative di base dei prossimi giorni


- Lunedì 19 ottobre 2009, ore 16:00 siti-in di protesta davanti la sede del Giornale di Sicilia, sito in Via Lincoln. Il giornale che tutto fa tranne che informare.

- Mercoledì 21 ottobre 2009, ore 21 al Laboratorio Zeta sito in Via Boito 7 (vicino stazione Notarbatolo), incontro con lavoratori precari e non della scuola, il comitato di lotta per la casa, i lavoratori della Gesip, dell’Amia, i precari della P.A. ecc. al fine di trovare strategie e obiettivi comuni per contrastare la grave crisi economica e sociale di Palermo (e provincia) e di costituire una rete delle istanze in lotta della città.

- Venerdì 23 ottobre 2009 sciopero generale del sindacalismo di base. Per chi non va a manifestare a Roma: manifestazione regionale a Palermo con concentramento ore 9:30 a Piazza Verdi (vicino Teatro Massimo). Partecipano tutte le categorie dei lavoratori comprese quelle della scuola. Il corteo arriverà fino alla Presidenza della Regione Sicilia (Piazza Indipendenza)

PALERMO - Rete palermitana sul disagio sociale


L'assemblea cittadina sul disagio sociale riunitasi giovedì 15 ottobre 2009
presso l'aula consiliare del municipio di Palermo, all'unanimità ha
deliberato:

- di costituire una rete tra tutte le istanze presenti, - lavoratori
precari e non della scuola, il comitato di lotta per la casa, i lavoratori
della Gesip, dell'Amia, i precari della P.A., al fine di trovare strategie e
obiettivi comuni per contrastare la grave crisi economica e sociale;

- di incontrarsi mercoledì 21 ottobre alle ore 21 presso il Laboratorio
Zeta di via Arrigo Boito, 7 per la costituzione della rete e stabilire le
prime iniziative comuni;

- di aderisce allo sciopero generale del 23 ottobre e partecipare alla
manifestazione, che si terrà a Palermo con concentramento a piazza Massimo
alle ore 9.30 per raggiungere successivamente la presidenza della regione a
piazza Indipendenza.

Tutte le categorie dei lavoratori presenti invitano i cittadini, i precari,
gli studenti, i lavoratori tutti a mobilitarsi e partecipare


Per l'assemblea cittadina
Candida Di Franco

venerdì 16 ottobre 2009

INVITO ALLA LETTURA - IL PENSIERO DI HANDALA

IL PENSIERO DI HANDALA

"La gente è turbata dal mio aspetto. A cosa sto pensando? Sono arrabbiato? Sono triste? Sono intento ad osservare profondamente? Oppure sono semplicemente un altro vigliacco che sta a guardare senza avere il coraggio di opporsi all'oppressione? Qui sta il trucco, perché tu [lettore] sei Handala: il tuo modo di guardarlo riflette come sei tu in realtà".

Da "The Life and Death of Naji al-Ali. Al-Salam Alikom".


(Continuano i nostri saltuari impegni con l'invito alla lettura! Handala vuol dire erba cattiva. E' il simbolo del popolo palestinese, della sua pazienza e della sua ostinazione. E' un bimbo spelacchiato che ci mostra solo le spalle: il suo sguardo lo conosce solo chi è in grado di comprendere la sofferenza di questo popolo che lotta da anni per avere un proprio stato.)


MARSALA - ''cassonetto selvaggio'' al via la raccolta differenziata, aperta la caccia fotografica!!

su segnalazione di un cittadino marsalese pubblichiamo le seguenti foto quale evidente segno visibile di disagio, mala organizzazione.

ci chiediamo, dove, in questo tratto di strada urbana marsalese, una persona diversamente abile, una madre con il passeggino del figlio, un anziano con i sacchetti della spesa, un normale cittadino, ecc, dovrebbe attraversare il marciapiede.

ci troviamo in ''via delle ninfe'' e non sembra essere un caso isolato.

il blog si rende disponibile ad altre segnalazioni se corredate di foto e indicazione della zona.










lunedì 12 ottobre 2009

MILANO - 14 ottobre sit-in sotto la Rai



Sit-in di protesta sotto la Rai in corso Sempione a Milano giorno 14 ottobre dalle 17 alle 20,00 del Coordinamento Lavoratori della scuola "3ottobre" - Cps Milano

Dal mattino presto, il 3 ottobre, nella capitale si sono riversati migliaia di precari della scuola provenienti da tutta Italia con grandi sacrifici, ma anche con grande determinazione e combattività. Lo si è visto già all'arrivo delle delegazioni al presidio permanente di fronte al Ministero, con “prove generali” di slogan insieme agli studenti medi romani che erano arrivati in corteo dalle proprie scuole. In tantissimi hanno voluto esserci, in rappresentanza dei tanti che non hanno potuto esserci. A testimoniare che la lunga, dura e difficile lotta autorganizzata, a partire dal 15 luglio, con il presidio sotto Montecitorio, e, poi, con le decine di proteste degli inizi di settembre - dai presidi permanenti alle occupazioni di provveditorati, dai cortei alle occupazioni dei tetti - ha visto crescere e rafforzarsi il coordinamento dei comitati di lotta di tutta Italia. In 20.000 – da Nord a Sud – alla fine hanno animato un lunghissimocorteo, con in testa lo striscione “Dignità e futuro per la scuola pubblica” che da piazza Repubblica ha, prima attraversato piazza del Popolo - il sit-in per la libertà d'informazione - dove è stato letto il comunicato del Coordinamento Precari Scuola, per poi continuare verso la sede del Ministero dove doveva ricongiungersi con un altro corteo di precari partito nello stesso pomeriggio che ha invece preferito non passare dal sit-in della stampa.

Sulla via per il Miur i precari sono stati costretti a fare un percorso lunghissimo ai lati del fiume, invisibile, defatigante, ma questa durissima prova, quasi umiliante, invece di fiaccare gli animi, ha anzi reso più combattivo il corteo “risorto” in superficie, fino ad arrivare sulle gradinate del Ministero con gli slogan più frequenti “la scuola pubblica non si tocca la difendermo con la lotta”, “Via il governo, dimissioni”, “Gelmini dimettiti” e ha dimostrato la tenacia e la forza, la stessa tenacia e forza di mesi di lotta.

Ma, nonostante la strepitosa manifestazione (non si ricordano numeri simili in nessun corteo di precari della scuola), organizzata nella lotta e con la lotta e, con la visibilità di fronte alle centinaia di migliaia di persone che gremivano Piazza del Popolo, dobbiamo dire che non abbiamo trovato un giusto corrispettivo sui mass media.

Crediamo che la difesa della libertà di informazione passi, necessariamente, attraverso la pratica concreta, l'informazione, appunto, sui fatti ed eventi significativi per la società. Si può essere per la libertà di informazione se si tace o, al più, si fanno trafiletti sulle lotte dei lavoratori della scuola?Una lotta che ha saputo conquistare, come è stato visibile nel corteo, gli studenti, ma anche tanti lavoratori della scuola che precari non sono. Una lotta che non è solo dei precari, ma di tutti coloro i quali hanno a cuore la scuola pubblica e il futuro del nostro paese.


Per questo
mercoledì 14 ottobre dalle 17 alle 20 saremo davanti alla sede RAI a Milano. Per raccontare, da diretti protagonisti, cosa è successo a Roma il 3 ottobre, ma soprattutto per dire che non permettiamo che sulle lotte dei lavoratori i mass media possano tacere o distorcere l'informazione come fanno.


Coordinamento Lavoratori della scuola "3ottobre"- Cps Milano

http://coordinamentoscuola3ottobre.blogspot.com

sabato 10 ottobre 2009

PALERMO - Bus per lo sciopero del 23 ottobre a Roma

23 Ottobre sciopero generale contro la politica di smantellamento della scuola pubblica, contro i licenziamenti di massa, contro la politica antipopolare del governo Berlusconi
I cobas di Palermo organizzano, data l'importanza della manifestazione nazionale a Roma, il viaggio in
pullman chiedendo un contributo minimo di 25 euro a persona (il viaggio è gratuito x gli iscritti cobas, anche se un contributo è gradito).
E' importantissimo prenotarsi in tempi rapidissimi (rivolgersi ad Andrea per tel 091349192 o andreaballaro@libero.it), portare in sede (piazza Unità d'Italia,11) il contributo richiesto. poiché bisogna raggiungere il numero di partecipanti per riempire il pullman, altrimenti il prezzo dovrà lievitare.

venerdì 9 ottobre 2009

MANIFESTAZIONE 9 OTTOBRE 09 - INFO

oltre 150.000 studenti sono scesi in piazza in tutta Italia al fianco dei lavoratori metalmeccanici della FIOM-CGIL. I cortei sono stati oltre 60 in tutta Italia.
Oltre ad una grandissima partecipazione nei piccoli centri, sono scesi in piazza più di 20.000 studenti e studentesse a Napoli, 20.000 a Milano, 15.000 a Torino, 10.000 a Roma, 15.000 a Bari, 10.000 a Firenze, 15.000 a Catania ecc.