La domanda è sempre e solo una.
Dobbiamo morire per fare valere i nostri diritti?
Carissimo Pietro, a te e a chi ti sta accanto va tutta la nostra e mia solidarietà, vicinanza e affetto. Ma, se mi permetti, vorrei che la risposta alla domanda finale che Luigi si/ci fa, fosse un secco NO, perchè i pochi/e assolutamente intenzionati a non cedere, a non arrendersi, a non dargliela vinta non devono autodistruggersi: anche se tu mi potresti obiettare - e io sarei costretto a darti ragione - che sei tu, e solo tu, il miglior giudice sul che fare della tua vita e della tua salute. In ogni caso, credo di interpretare il pensiero di tutti/e i/le militanti Cobas dicendo che spero ardentemente che tu scelga di recuperare tutta la salute possibile, e prima possibile, per continuare ad essere - come scriveva Barbara - "l'anima" dei cortei, delle lotte, delle mobilitazioni contro l'arroganza, la crudeltà, la corruzione e la stupidità di un governo sordo alle sofferenze di milioni di persone e involtolato solo nella difesa dei privilegi e dei poteri dei "soliti noti", a partire dal "più noto". Auguri Pietro, per quel che ti può consolare ti siamo vicinissimi/ e e vorremmo vederti al più presto fuori da quell'ospedale, in mezzo a noi e alle lotte che ci aspettano. Un abbraccio particolare a te e a chi ti sta accanto in questi durissimi momenti
Piero Bernocchi (portavoce nazionale Cobas Scuola)
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