mercoledì 10 giugno 2009

situazione scuola, regolamenti, valutazione e altro - di angelo naro


Basta imposizioni

di Angelo Di Naro

Facciamo una sorta di elenco della miriade di leggi, regolamenti, decreti, circolari, ordinanze, e dichiarazioni varie, riguardanti la valutazione, che hanno tempestato i docenti in quest’anno scolastico.

Sia chiaro: tutte azioni nocive per la scuola, nel senso che hanno spessissimo creato una grandissima confusione e che talvolta sono riuscite, come del resto ci ha abituato il nostro presidente del consiglio, a contraddire l’una, quello che l’altra aveva affermato il giorno prima. Si comincia dalla famosissima L. n. 169 del 30-10-08 (cosiddetta Gelmini) che re-introduce all’art. 2 il voto in condotta (l’inedito è che con 5 in condotta si viene bocciati) ed all’art. 3 il voto numerico per gli apprendimenti nelle varie discipline (anche qui con 5 si viene bocciati). Tutto ciò ci riporta a prima della legge 517/77 che ha dimostrato sul campo, in questi oltre 30 anni, di essere una legge più che valida ed apprezzata da tutti. Nello stesso articolo 3 della L. n. 169/08 si prevede l’uscita di un regolamento di coordinamento di tutte le norme vigenti sulla valutazione.

Chiariamo subito che la 169/09 senza tale regolamento non può essere applicata e che come tutti i regolamenti governativi, diventerà un decreto del presidente della repubblica e quindi legge solo dopo un lungo iter che prevede la prima approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, i pareri di Consiglio di Stato, Cnpi e Conferenza unificata Stato-Regioni, il successivo passaggio in Consiglio dei Ministri, poi l’accertamento di legittimità da parte della Corte dei Conti, la firma da parte del presidente della repubblica ed infine la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Dico ciò perché invece, come vedremo, la nostra ministra seguendo le orme del suo capo, non rispetta le leggi e le relative procedure, ma vuole soltanto imporre a sua volta “con la legge” le impostazioni culturali sue, del suo governo e della borghesia più reazionaria; infatti per tutto l’anno scolastico ha utilizzato varie fonti normative cosiddette secondarie per persuadere i docenti che quanto previsto dalla legge 169 andava applicato da subito.

Fatto sta che ad un mese di distanza, l’11 dicembre 2008, la ministra è già costretta a diffondere attraverso il Miur la Cm n. 100 esplicativa della legge 169/08, ove si fa riferimento al regolamento di cui sopra e dove si afferma sorprendentemente che uno schema di tale regolamento era già stato definito ed inviato al Cnpi (una settimana prima, si scoprirà) per il previsto parere (senza nemmeno essere stato emanato dal CdM!). Il Cnpi il 17 dicembre dà un parere favorevole al regolamento pur proponendo degli emendamenti e solo l’indomani in CdM viene approvata la prima bozza di regolamento, probabilmente quella inviata il 4 dicembre al Cnpi.

Per imporre il voto in condotta e quello numerico nelle varie discipline a partire immediatamente dal I quadrimestre, pochi giorni dopo la fine delle vacanze natalizie, il Miur ritorna alla carica ed emana due provvedimenti: il Dm n. 5 (del 16-1-09) e la Cm n.10 (del 23- 1-09) riguardanti la valutazione del comportamento e quella degli apprendimenti.

E purtroppo in moltissime scuole l’imposizione viene accettata passivamente, grazie alla “preziosa” opera dei dirigenti scolastici, ma anche grazie a troppi docenti che, forse con un certo senso di ritrovata potenza, hanno pensato di avere vita più facile nel loro lavoro, oltre che un’arma in più per minacciare i ragazzi. Una particolare curiosità riguarda il Dm n. 5/09 perché ivi si scrive che “la valutazione insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio finale, deve scaturire da un attento e meditato giudizio del Consiglio di Classe, esclusivamente in presenza di comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e degli studenti nonché i regolamenti di istituto prevedano l’irrogazione di sanzioni disciplinari che comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a 15 giorni”.

Ma come! Si è sbandierata ad ogni angolo la fermezza e per dare un 5 in condotta bisogna prima irrogare una sospensione di 15 gg.!? La ministra non resiste a cotanto ed appena 10 giorni dopo, contrordine! In un comunicato stampa la stessa si affretta a dire agli italiani che quanto scritto sul Dm n. 5/09 non va più bene e che a breve si provvederà a correggerlo!. E infatti! Il 13 marzo 2009 viene approvata in Consiglio dei Ministri una seconda bozza di regolamento che in parte stravolge la precedente del 18 dicembre e che abroga il Dm n. 5 di appena 2 mesi prima! Ma la storia non finisce certo qui! L’8 aprile 2009 viene diffusa la Om n. 40 relativa alle modalità di svolgimento degli esami di maturità. In essa si precisa che la valutazione del comportamento concorre alla determinazione della media dei voti ai fini sia dell'ammissione all'esame stesso sia della definizione del credito scolastico.

Ma evidentemente la ministra e i suoi funzionari non riescono proprio a farsi capire se occorrerà precisare gli stessi concetti un mese dopo, il 7 maggio, con la Cm n. 46. Si continua ancora con le Ccmm n. 50 e n. 51 del 20 maggio 2009 con oggetto “disposizioni in vista della conclusione dell’anno scolastico” ed “esame conclusivo del I ciclo di istruzione”. Nello specifico, la Cm n. 50, per i criteri e le modalità applicative della valutazione del comportamento rinvia al DM n. 5/09, riesumandolo di colpo, mentre riguardo all’ammissione alla classe successiva dice da un lato che sarà concessa “agli alunni che conseguono un voto non inferiore a 6/10 in ciascuna disciplina”, ma anche che “l’eventuale non ammissione alla classe successiva è deliberata a maggioranza dal Consiglio di Classe” (come affermato del resto anche nella L. n. 169/08) lasciando possibile l’interpretazione che la presenza di un 5 in pagella non comporta automaticamente la bocciatura. Secondo l’altra possibile interpretazione, che si sta cercando di fare passare per quella buona, che certamente induce il docente a dichiarare il “falso”, la maggioranza del CdC può imporre al singolo docente di trasformare il suo 5 in 6, reintroducendo in un certo senso il 6 politico come nel ’68. La Gelmini pro ’68: siamo alla tragicommedia! Con la Cm n. 51/09 invece si ricordano ancora una volta, (evidentemente anche al Miur sanno che la confusione generata ormai è tanta), le modalità di ammissione e svolgimento degli esami di licenza media compresa la prova scritta nazionale Invalsi di matematica ed italiano, la cui valutazione concorrerebbe a quella finale del candidato.

Sulla prova a carattere nazionale tra l’altro la “chiarissima” ministra ed i suoi seguaci avevano già provveduto ad emanare il 13 marzo 2009 la Cm n. 32 in cui si ricordava che tale prova si svolgerà anche quest’anno e per indicare il giorno di somministrazione, il 18 giugno 2009. E tanto per chiudere l’anno con un colpo di teatro, il 28 maggio, avuto il via libera dal Consiglio di Stato, il Consiglio dei Ministri in seconda lettura ha approvato definitivamente il regolamento del 13 marzo, tentando in extremis di “pararsi il culo” di fronte alle diverse contestazioni e ai probabili innumerevoli ricorsi avverso le valutazioni finali che i vari istituti riceveranno. Ma la partita non è certo chiusa, infatti come detto all’inizio, l’iter del provvedimento non è comunque ancora concluso e quindi lo stesso rimane inapplicabile da quest’anno, quindi nei vari collegi dei docenti non facciamoci fregare e riprendiamoci ciò che ci spetta.

Voglio chiudere con qualche altra nota non tecnica, ma politica. Nell’elencare tutte queste prodezze a me fuma un po’ il cervello; evidentemente al ministero il loro di cervello se lo sono già fumati oppure questa è una strategia ad hoc per confondere e quindi per sfiancare, oppure come è più plausibile entrambe le cose. Francamente non prediligo gli aspetti tecnici e quindi mi piace dire che sarebbe davvero bello se la valutazione occupasse una posizione marginale nel processo di insegnamentoapprendimento e che essa venisse demandata alla soggettività dei docenti, all’insieme delle soggettività dei consigli di classe e dei collegi dei docenti.

E per sgomberare ulteriormente il campo dai vari tecnicismi mi piace chiudere con una serie di parole che si contrappongono a quelle portate avanti a suon di provvedimenti legislativi dai vari governi degli ultimi 15 anni circa. Questi concetti dovrebbero essere la direzione da seguire sia nel lavoro quotidiano, sia nelle varie battaglie da condurre e possono rappresentare finalmente il “nostro parere” all’interno di un grosso dibattito culturale sulla valutazione e sul merito. Io sono contro la competizione, la selezione, la gerarchizzazione, la misurazione, la rendicontazione, la meritocrazia, le competenze, le prestazioni, la standardizzazione, l’etichettamento, in una sola parola contro l’aziendalizzazione della scuola.

Sono invece per la promozione e la cura delle relazioni e cioè affinché nella scuola si diffondano il più possibile la collaborazione, la solidarietà, la relativizzazione, la contestualizzazione, la documentazione, la descrizione, la complessità, la problematizzazione, la differenziazione dei percorsi, l’autovalutazione e che si privilegino i processi e meno i risultati.

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