riprendiamo dagli amici del 'no-priv'' di Castelbuono (PA) e ci chiediamo quale sorte per la privatizzazione della raccolta dei rifiuti solidi urbani a Marsala....
Stangata per le famiglie castelbuonesi, con le ultime bollette che hanno ritoccato verso l’alto la tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani.
L’aumento, pare, è dovuto principalmente alla necessità di avvicinarsi, con le entrate della TARSU, alla copertura totale del costo del servizio.
Giusto: rimane da capire come mai il servizio costi tanto, e per poterlo capire occorrerebbe avere le carte per fare una attenta analisi dei costi affrontati per il servizio.
Nel frattempo la raccolta differenziata, che era ed è il fiore all’occhiello dell’amministrazione, crolla: come si legge nel sito della società Ecologia ed ambiente, la percentuale nel 2009 è scesa al 20,1.
Una percentuale tuttora alta per la Sicilia, ma praticamente in picchiata, dopo il 32 per cento di due anni fa.
E, come giustamente dice il Sindaco, se si riduce la raccolta differenziata, il costo del servizio per le famiglie aumenterà ancora di più.
Ma che cosa succede?
I primi accusati del misfatto, come sempre avviene nelle amministrazioni decisioniste, sono i lavoratori; i quali, oltre al danno dei salari corrisposti a singhiozzo, hanno avuto la beffa: avere addosso il terribile sospetto di essere i responsabili del crollo della raccolta differenziata.
Pochi sospetti invece sugli asini, che, in questa vicenda, contrariamente ad altri importanti protagonisti, si sono distinti per il dignitoso contegno mantenuto ogni mattina, durante la grottesca rappresentazione che sono chiamati a recitare.
E allora di chi la colpa? non certamente dei cittadini, che da sempre, fino ad ora, si sono distinti per la buona disposizione verso la raccolta differenziata: quando ancora nel resto d’Italia non se ne parlava, negli anni ottanta, a Castelbuono erano presenti le campane per il vetro e la plastica, e le percentuali di raccolta differenziata, seppur in termini assoluti basse, erano superiori alla media regionale (erano tra l’8 e il 9 per cento, poco prima dela raccolta porta a porta).
Inoltre, dopo il primo esperimento della raccolta porta a porta, i risultati erano balzati subito al 30 per cento nel 2005 (addirittura 42 per cento il primo mese), per assestarsi appunto al 32 per cento nel 2007, grazie alla risposta positiva dei cittadini, più che all’organizzazione tutta incentrata sul fattore equino.
A parere degli amministratori dell’ATO e del Comune, gli asini, oltre ad assicurare l’attenzione dei mezzi di comunicazione, contribuiscono al risparmio ed alla tutela dell’ambiente, poichè non bruciano benzina.
Sarà così, se lo dicono loro, anche se le bestie vanno in giro in mezzo al traffico congestionato delle ore di punta e sono seguite dal furgone, che ogni tanto si ferma insieme a loro: a quel punto gli operatori, dopo aver raccolto i sacchetti di immondizia dalla groppa degli asini, li svuotano sul mezzo (che a volte attende a motore acceso).
In ogni caso, ci permettiamo di far notare, a parità di risultato in termini di efficienza, gli ippopotami avrebbero ottenuto sicuramente migliori effetti in termini di visibilità.
Tra l’altro, come ben sanno gli esperti in materia, se la raccolta differenziata porta a porta è fatta bene, dopo pochi anni si dovrebbero raggiungere percentuali molto più alte, altrimenti il servizio è antieconomico.
La raccolta differenziata porta a porta è una cosa troppo seria per essere affrontata con trovate ad effetto.
E questo, o anche questo, forse spiega l’aumento delle tariffe.
Tutto il resto (il comune riciclone, gli asini spazzini, i convegni,i premi, le buone pratiche e cose simili): palle.
O meglio, materiale di raccatto per giornalisti venuti da tutto il mondo in cerca di notizie di colore, che sono state loro rifilate e che essi hanno riferito, grati, con entusiasmo, magari dopo una rituale libagione, meglio se offerta dalla generosa e molto disinteressata ospitalità degli anfitrioni locali.
Pare che l’altra sera il tg1, subito dopo il servizio sulla frana di San Fratello, abbia proseguito declamandfo più o meno così: “Adesso parliamo di un altro aspetto della Sicilia: un comune dove la raccolta differenziata, fatta con gli asini, raggiunge il 40 per cento” (sic!).
Questo per il pubblico televisivo; ben altra la realtà vissuta da chi a Castelbuono ci vive e paga la TARSU: qua appare più chiaro che il crollo della raccolta differenziata è un insuccesso per chi ne aveva fatto oggetto di vanterie e promozioni politico-pubblicitarie, ed una umiliazione per le aspirazioni di una collettività che vorrebbe davvero contribuire ad un ambiente più pulito ed alla riduzione dei costi familiari e sociali dello smaltimento dei rifiuti.
segue: il risultato della raccolta differenziata 2009 nei comuni dell’ATO PA 5. Dalla pagina si può anche accedere ai datidegli anni precedenti.
http://www.atopa5.it/pop_topchart.aspx
Gioacchino Cannizzaro